In molti l’hanno definita “macelleria sociale”. Di certo tra le oltre dodici fra manovre e manovrine economiche-finanziarie che dall’inizio della legislatura il governo ci ha imposto in nome di una crisi, peraltro sempre negata, quella che il Senato si accinge a discutere è sicuramente la più odiosa, la più iniqua, la più cattiva per dirla come il Segretario Generale FP CGIL Nazionale.
I cospicui tagli al sistema delle autonomie daranno il colpo definitivo al welfare locale, già duramente ridotto da tre anni di governo delle destre. Di fatto per i comuni e le regioni sarà impossibile continuare ad erogare e garantire servizi essenziali quali l’assistenza agli anziani e ai disabili, le scuole dell’infanzia, servizi sociali, l’igiene ambientale.
Mentre si salvano i grandi patrimoni e le rendite da speculazione, si abbassano i controlli su evasione ed elusione fiscale si affondano le mani nelle tasche dei cittadini aumentando le tassazioni locali e introducendo i ticket.
A rendere la “manovra” cattiva è l’introduzione di norme che nulla hanno a che fare con l’economia ma riguardano questioni politiche come l’erga omnes sulle deroghe aziendali ai contratti nazionali che non produrrà nessun risparmio ma solo conflitto e divisione tra lavoratori e tra le parti sociali, e conferma la volontà ossessiva del ministro del lavoro di dividere il fronte sindacale e di isolare la CGIL.
L’inasprimento dell’attacco contro il lavoro pubblico conferma un vero e proprio odio di classe verso questa categoria di lavoratori.
Bloccare il contratto nazionale; elevare l’età pensionabile delle donne; bloccare la tredicesima mensilità per mancato raggiungimento degli obbiettivi da parte dei dirigenti; scippo del TFR/TFS; taglio di tutti i precari della scuola e riduzione degli organici per tutti; mobilità forzata per pubblici e privati; questi i provvedimenti punitivi per i lavoratori pubblici.
I lavoratori della DIFESA sono tra quelli più colpiti perché la manovra si inserisce in un quadro di ristrutturazione strisciante, occulta, attuata mediante Decreti ministeriali quali il riordino delle Direzioni Generali, o del Segretariato Generale, o tramite direttive degli SS.MM. di forza armata o tramite circolari dirigenziali. Comunque con atti unilaterali privi dell’indispensabile e necessario confronto con i rappresentanti dei lavoratori. Al contrario non si investe sull’area T.I. (Arsenali e poli), manca una seria formazione del personale, si prolunga il blocco del turn-over, si anemizza la componente civile in favore di una militarizzazione selvaggia, si privatizza il lavoro e perfino gli organismi di protezione sociale.
Noi lavoratori civili della difesa colpiti dalla manovra come lavoratori, come utenti, come cittadini, il 6 settembre scioperiamo e manifestiamo per difendere il lavoro pubblico e il sistema dei diritti di cittadinanza da questo attacco senza precedenti. Partecipiamo ad ogni iniziativa territoriale e gridiamo con forza il nostro dissenso verso una manovra sbagliata, iniqua,
cattiva.
IL 6 SETTEMBRE SCIOPERIAMO TUTTI!
Roma 25 agosto 2011
Delegazione Trattante Nazionale – Lazio FPCGIL DIFESA
Francesco Quartu Noemi Manca