DIRIGENTI, MEDICI E PROFESSIONISTI
L’Amministrazione stringe il collare
Venerdì scorso le sole Cisl e Uil, oltre a sottoscrivere il CCNI delle aree, hanno ratificato i contratti integrativi 2010 di Dirigenti, Medici e Professionisti.
Anche su questi accordi si è abbattuta la mannaia della Riforma Brunetta in tema di relazioni sindacali.
In categorie come quelle dei Professionisti, dei Medici e dei Dirigenti, dove la gestione clientelare è prassi, il venir meno della possibilità di confronto e contrattazione non può che deteriorare ulteriormente un sistema non certo basato sulla “vera” meritocrazia.
Eclatante è quanto emerge nel CCNI dei Dirigenti.
Si prevedono le tre fasce di merito brunettiane con differenti parametri di liquidazione conseguenti alla valutazione della qualità della prestazione individuale. Fin qui nulla di sconvolgente, il problema tuttavia è che il numero dei Dirigenti da collocare nella fascia più alta non può essere superiore al 30% del personale dirigente valutato.
L’Amministrazione sta dicendo, di fatto, che solo il 30% del proprio management merita il massimo della valutazione.
La stessa Amministrazione, così attenta nel percentualizzare buoni e cattivi, poi di colpo si dimentica di dare un’occhiata ai curricula dei propri dirigenti nel momento in cui si tratta di affidare gli incarichi.
In quel caso non conta esser stati bravi, lì conta la sponsorizzazione, prova ne è che da anni resta lettera morta la norma programmatica che dovrebbe prevedere appositi percorsi di crescita professionale legati alla valutazione dei risultati raggiunti.
Se i Dirigenti diventano sempre meno autonomi i Medici continuano a non veder mantenute le promesse inserite negli accordi.
Sono ancora in attesa dell’indennità di esclusività, nonché dell’attuazione dell’art. 14 del CCNI 2010 che prevedeva di rivedere modalità di erogazione del trattamento accessorio, con particolare riferimento alla previsione di criteri per l’assegnazione degli obiettivi.
Nemmeno chi a suo tempo ha firmato le ipotesi di questi contratti, poi ha preteso, in sede di sottoscrizione definitiva, il rispetto di quanto in essi contenuto, ad eccezione dell’Anmi-Femepa che per questo ed altri motivi non ha ratificato i CCNI 2010.
Se nessuno avesse ratificato gli accordi integrativi che sarebbe successo?
Avremmo percorsi di carriera certi per i Dirigenti, l’indennità di esclusività per i Medici e una gestione degli affidamenti degli incarichi un po’ più trasparente.
Roma, 26 luglio 2011
F.P. CGIL INPS FILP FIALP-CISAL USB PI INPS
O. Ciarrocchi A. Giambelli L. Romagnoli