24.09.2009 – Nei giorni scorsi, abbiamo più volte espresso il nostro giudizio in merito all’inadeguatezza dei provvedimenti legislativi adottati dai vertici politici del Paese nei confronti dei Vigili del Fuoco.
Quale ulteriore sostegno delle nostre tesi, abbiamo formulato un’ipotesi di potenziamento per il CNVVF, sottoposta all’attenzione del Capo Dipartimento e di seguito pubblicata.
Roma 24 settembre 2009
Alla cortese attenzione: Capo Dipartimento
Dott. Paolo Francesco TRONCA
Capo Dipartimento Vicario, Capo del CNVVF
Dott. Ing. Antonio GAMBARDELLA
E p.c.: Ufficio Garanzie e Diritti Sindacali
Dott.ssa Iolanda ROLLI
Oggetto: ripristino e potenziamento delle dotazioni organiche del CNVVF
Egregi,
il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco dovrebbe avere una dotazione organica “teorica” di 34710 unità, di cui, 29888 nell’area operativa e tecnica, 820 nell’area direttiva e della dirigenza, 4002 nell’area amministrativa ed informatica.
Dai dati in nostro possesso, invece, risulta una dotazione organica reale di 27253 unità nell’area operativa (-2635) dedicata all’attività ordinaria di soccorso tecnico urgente, di 757 unità nell’area direttiva e della dirigenza (-63), di 3524 unità nell’area amministrativa ed informatica (-478); a questa condizione di carenza bisognerà sommare anche le dimissioni dal Corpo per l’anno in corso – per raggiunti limiti di età, o per pensionamento di anzianità – che si prevede potrà ammontare a circa 600/700 ulteriori unità, per la maggior parte nell’area operativa.
Questa drammatica situazione è principalmente dovuta al fatto che le nuove assunzioni hanno coperto solo parzialmente il pesante turn over subito dalla categoria, la cui restituzione in misura sempre minore, voluta dai diversi Governi che si sono succeduti negli ultimi anni (il Ministro Brunetta lo ha ridotto ulteriormente portandolo al 10%!), non poteva che accrescere in modo esponenziale, per l’appunto, la mancanza di personale.
Come è noto, codesta Amministrazione tende a fronteggiare le carenze di organici nell’area operativa – ormai strutturali – richiamando in servizio, a ciclo praticamente continuo, i vigili del fuoco discontinui, la cui inaccettabile situazione di precarietà si sostanzia, non solo nell’incertezza dell’impiego, ma anche attraverso tutele ridotte ed inadeguate, diritti spesso difficilmente esigibili, condizioni di lavoro ancora più esposte al rischio ed al disagio.
Tutto ciò per la CGIL VVF è da sempre motivo di perplessità e contrarietà, anche perché l’impegno di spesa per tali richiami – circa 100 milioni di Euro annui – potrebbe essere stabilizzato, ovvero potrebbe concretizzare, senza costi aggiuntivi per il bilancio dello Stato, l’assunzione a tempo indeterminato di circa 3000 vigili del fuoco, il cui costo unitario all’atto dell’assunzione, rammentiamo essere di circa 33000 Euro pro-capite.
L’alternativa, anch’essa senza oneri aggiuntivi per il bilancio, sarebbe la modifica delle norme che limitano la restituzione del turn over: la reintegrazione del 100% dello stesso, in attesa che, presumibilmente, a partire dal 2011 sia possibile procedere con le prime assunzioni dal concorso pubblico per 814 VF, consentirebbe il rispetto delle dotazioni organiche attualmente vigenti; di conseguenza, ci sarebbe un impiego del personale discontinuo limitato e meno oneroso, poiché finalizzato, come è sempre stato in passato, a potenziamenti temporanei per eventi emergenziali straordinari ed imprevedibili, ma comunque sempre circoscritti.
In estrema sintesi ed in conclusione: in un caso o nell’altro di quelli succitati, appare evidente la necessità – che sottolineiamo e rivendichiamo – di aggredire con estrema urgenza il problema della carenza di personale.
Da un lato, per quanto riguarda il ripristino delle dotazioni vigenti – quelle determinate con il D.L.ivo 217/05 – ciò dovrebbe avvenire esaurendo, in via prioritaria, le graduatorie tuttora in corso di validità (stabilizzazione precari, concorso pubblico 184 VF, ex ausiliari 2004 e 2005); dall’altro, per quanto riguarda il potenziamento degli organici, si tratti del piano di sviluppo redatto dalla stessa Amministrazione attraverso il progetto Soccorso Italia in 20′ (circa 52000 unità complessive), piuttosto che dello standard europeo equivalente ad un vigile ogni 1500 abitanti (circa 45000 unità), dovrebbe invece essere perseguito attraverso un piano pluriennale di assunzioni (per esempio di legislatura), attingendo dalla graduatoria dei vincitori e degli idonei al concorso pubblico (814 VF) attualmente in itinere.
Si confida vorrete valutare – nonché sostenere nelle sedi opportune – quanto sopra esposto ed in attesa di cortese, quanto urgente riscontro, si porgono distinti saluti.
Coordinatore Nazionale
FP–CGIL VVF
Michele D’Ambrogio