21.10.2010 – La manovra economico-finanziaria 2010, architettata dal Ministro dell’ Economia e delle Finanze, ha procurato un impatto sociale devastante colpendo unicamente coloro che vivono del proprio lavoro.
Un provvedimento molto complesso, inefficace e socialmente iniquo poiché chiede sacrifici a chi già sostiene l’onere maggiore delle imposizioni fiscali, ovvero dipendenti e pensionati, mentre politica, rendite ed evasori escono pressoché indenni dal giro di vite in corso.
Un’azione congiunta con l’attacco da tempo sferrato, da parte del Ministro Brunetta, alla Pubblica Amministrazione al fine di recuperare risorse dal blocco salariale e dai tagli ai servizi pubblici per garantire, in tal modo, lo sviluppo dell’impresa:
“meno stato più mercato”, la medesima linea politica che ha causato la crisi e che viene riproposta nel momento in cui sarebbe opportuna una maggiore tutela dello stato sociale e dell’occupazione pubblica per stimolare la domanda e i consumi.
Oltretutto, la recente manovra estiva ha introdotto, con il voto di fiducia del Governo e nel silenzio assoluto, una serie di modifiche sostanziali al sistema pensionistico italiano, la cosiddetta “controriforma sulle pensioni” voluta dal duo Berlusconi-Tremonti, che fissa indirettamente un innalzamento dell’età di pensione.
In particolare, la nuova norma non modifica i requisiti stabiliti per ricevere il trattamento di pensione, bensì, istituisce la “finestra mobile”, uno slittamento della decorrenza di 12 mesi per i dipendenti, pubblici e privati, dal momento in cui si maturano i diritti.
Si dovrà lavorare, dunque, ancora un anno senza ulteriori benefici, parteciperanno al risanamento dei conti pubblici anche coloro arrivati alla soglia della pensione, nel pubblico impiego le donne dovranno attendere i 65 anni per maturare i diritti, mentre con l’introduzione dei coefficienti sulla speranza di vita sarà difficile prevedere quando i più giovani potranno usufruire del trattamento previdenziale.
Nonostante le rassicurazioni e le promesse ricevute dalla politica, i Vigili del Fuoco non sono sfuggiti a tale meccanismo e tutti coloro che matureranno il diritto per accedere al pensionamento per limiti di età nel 2011 potranno lasciare il servizio decorsi 12 mesi dalla maturazione dei requisiti.
Inoltre, i recenti chiarimenti diffusi dall’INPDAP, su parere favorevole del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, sollecitano l’applicazione delle “finestre mobili” anche al personale del Corpo che acquisisce il diritto alla pensione di anzianità, con singolare interpretazione del disposto legislativo in discussione.
Abbiamo ritenuto opportuno richiedere, pertanto, una verifica della circolare INPDAP n. 18 del 2010 ed un tempestivo intervento del Dipartimento qualora il succitato autorevole parere non rispecchiasse le intenzioni del legislatore.
Di seguito, in allegato, pubblichiamo la circolare e la nota inviata all’amministrazione.