Coordinamenti e Segreterie Vigili del Fuoco Ancona
Al Capo Dipartimento dei Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Pref. Francesco Paolo TRONCA
Al Capo del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco,
Soccorso Pubblico e Difesa Civile
Dott. Ing. Alfio PINI
Alla Direzione centrale per le risorse
logistiche e strumentali
Dott. ing Dante PELLICANO
Al Direttore Regionale
Vigili del Fuoco
Marche
Dott. Ing. Giorgio ALOCCI
Al Comandante Provinciale
Vigili del Fuoco
Ancona
Dott. Ing. Claudio MANZELLA
epc Al Prefetto di Ancona
Dott. Paolo ORREI
Al Sig.Sindaco di Ancona
Fiorello GRAMILLANO
Alle OO.SS Nazionali
CGIL–CISL–UIL
RDB-CONFSAL-CONAPO
Oggetto: delocalizzazione sede Centrale VVF Ancona
Egregi,
le vicende legate alle problematiche di delocalizzazione della sede Centrale dei Vigili dl Fuoco di Ancona in un’altra zona della città sono a Voi tutti ampiamente note, infatti le prime ipotesi di interventi di manutenzione straordinaria vennero fatte già a partire dal lontano 1987, successivamente dopo mille rimandi, progetti, nuovi progetti, rescissione di contratti già appaltati, perizie, valutazioni e tanti buoni propositi la situazione attuale e ben lontana da una possibile soluzione, anzi a ben guardare è alquanto “complicata” per non dire drammatica.
Nei primi mesi del 2010 tuttavia tutta la vicenda sembrava aver preso una direzione definitiva a seguito di un atto di giunta dell’Amministrazione Comunale che approvava “in linea tecnica” l’assegnazione di un’area in zona passo Varano di Ancona con requisiti idonei alla realizzazione della nuova sede di servizio con caratteristiche corrispondenti alle esigenze dei VVF.
Successivamente a questo atto formale ci sembra però che la questione sia caduta ad oggi nel dimenticatoio dando a tutti l’impressione che i Vigili del Fuoco di Ancona e i loro problemi siano stati abbandonati a loro stessi.
Questo anche in considerazione della drammatica situazione in cui versa oggi la logistica della sede Provinciale del Comando di Ancona, che conseguentemente alla dichiarazione di inagibilità dell’intera vecchia struttura, denominata corpo A-B-D, dichiarata inagibile in data 15/06/09 a seguito di verifica statica effettuata ai sensi dell’Ordinanza di PCM 3274 del 20.03.2003 e PCM 3376 del 17.09.2004 da professionista esterno, ha costretto un trasferimento forzato di tutta la parte operativa sull’unica palazzina agibile di recente costruzione denominata corpo C riadattata a logistica benché la stessa sia stata progettata e realizzata ad uso uffici.
Nei ristretti spazi rimasti quindi utilizzabili si sono concentrate e “stivate” tutte le attività del Comando dagli uffici amministrativi, alla logistica del personale operativo, ai vari laboratori, sala operativa, sala mensa, autorimesse, ecc ecc, creando una situazione di difficile gestione anche sotto il profilo della comune convivenza.
In questi ristretti spazi tuttavia non riescono a trovare giusta collocazione tutti gli automezzi e le attrezzature di cui, un Comando come Ancona capoluogo di Provincia con 5 Distaccamenti terrestri, 1 Distaccamento aeroportuale, 1 Distaccamento portuale, ha bisogno per poter svolgere al meglio da delicata funzione del soccorso.
In questi anni di attesa tutto il personale ha accettato con consapevolezza i disagi e le difficoltà derivanti dal dover lavorare e vivere in un simile contesto che rende complicata anche la più semplice azione, con la speranza che tale sacrificio sarebbe stato ricompensato da una situazione logistica più adeguata e dignitosa, di cui oggi però non si vede traccia, tanto che se da un lato non si procede speditamente verso la definizione e la realizzazione della nuova sede dall’altra non vi è la volontà di rendere quantomeno accettabile e decorosa l’attuale situazione dedicando un minimo di risorse economiche per adeguare e gestire una fase transitoria in attesa della nuova sede.
Inoltre non ci rassicurano di certo neanche le parole del Comandante Provinciale che ha dichiarato recentemente alla stampa locale che l’Amministrazione “sta cercando la strada amministrativa più snella per raggiungere l’obbiettivo” affermando quindi che non c’è da preoccuparsi, parole che sottintendono una situazione tutt’altro che definita ma al contrario piuttosto confusa e molto poco concreta.
Riteniamo pertanto, visti i forti ritardi accumulati nell’iter della delocalizzazione e la necessità di continuare comunque a garantire l’operatività della sede e la dignità dei lavoratori che vi lavorano con notevoli difficoltà, indispensabile effettuare piccoli investimenti che permettano al Comando di “sopravvivere” in questi anni di transizione, in attesa di tempi migliori.
A tale proposito ci permettiamo di portare due esempi che possono far meglio comprendere tutta la situazione; gli unici spazi disponibili nella vecchia palazzina oggi ancora agibile sono inutilizzabili in quanto la scala interna di accesso ricade in quella parte di stabile, viceversa dichiarato inagibile, per ovviare a ciò riteniamo praticabile la realizzazione di una scala esterna dal costo di 20 – 30 mila euro che permetterebbe di recuperare spazi oggi vitali per il Comando, le aree adibite ad autorimessa nella sede che oggi ospita tutto il Comando non è in grado di contenere tutti i mezzi di Soccorso, Colonna Mobile e attrezzature varie, che sono perlopiù abbandonate all’aperto nei cortili togliendo tra l’altro ulteriore spazio alle manovre dei mezzi e creando la condizione per un veloce loro deterioramento, in questo caso si potrebbe per esempio concretamente pensare ad una struttura esterna (capannone industriale) capace di ospitare tali mezzi ed attrezzature e magari anche le officine rendendole così efficienti ed operative in attesa della definitiva costruzione della nuova sede.
Certo capiamo perfettamente che sono interventi che richiedono, anche se limitatamente, risorse economiche che oggi scarseggiano, ma avrebbe forse un costo minore lasciar marcire i mezzi all’aperto e non utilizzare le officine per la ordinaria manutenzione?
Capirete che in un tale contesto non è possibile continuare a chiedere al personale continui e sempre maggiori sacrifici per le svariate e sempre più frequenti emergenze, che per giunta non vengono neanche pagate, e svilirli costringendoli a vivere in condizioni fortemente disagiate, non dando loro gli strumenti adeguati a svolgere il delicato ruolo di soccorritori a tutela della pubblica incolumità, e pretendere magari che lo facciano anche con il sorriso.
Il Comando di Ancona e tutto il personale si è sempre distinto in questi anni per l’impegno e la serietà con cui ha affrontato tante emergenze e tante situazioni difficili, l’Aquila né è solo un esempio, ha accettato suo malgrado, sapendo che questo sarebbe costato sacrificio, di vivere in condizioni disagiate pur di cogliere l’obbiettivo finale di una condizione migliore, non ha intenzionalmente voluto alzare i toni su questa questione perché convinto che con la serietà la determinazione ed una partecipazione costruttiva, di tutti, si possono cogliere migliori risultati, oggi viceversa questa convinzione sta mutando e sta prendendo campo l’idea che per avere ciò di cui si ha bisogno è necessario alzare i toni.
Il sentimento di rabbia sta prendendo il sopravvento poiché ciò che si chiede non è il superfluo ma è il minimo per poter continuare a svolgere dignitosamente e con efficacia il lavoro di soccorritori in maniera professionale ed efficace.
Non ci interessano le pagine dei giornali preferiamo risolvere i problemi, ma se non ci si lascia alternativa non abbiamo altro strumento che non sia quello della piazza e di tutte le forme di protesta legittime.
Rimanendo in attesa di un puntuale e sollecito riscontro e disponibili a qualsiasi chiarimento anche attraverso uno specifico incontro porgiamo distinti saluti.
Ancona 18/01/2011
CGIL CISL UIL CONFSAL
Renato Ripanti Graziano Piombetti Mauro Bedini Fabrizio Santilli