La decisione di commissariare la sanità in Campania è l’obiettivo per il quale il Governo Centrale ha alacremente lavorato in questi ultimi mesi e rappresenta, in maniera drammatica, l’uso strumentalmente politico che il Ministro Sacconi fa del tema.
Per mesi, infatti, l’Esecutivo ha operato affinché si rendessero vani tutti gli sforzi che anche il sindacato confederale ha profuso per un’inversione di rotta rispetto alle politiche degli anni precedenti.
La mancata destinazione di circa 1,7 miliardi di euro al servizio sanitario campano, dovuti in base a precedenti accordi, la distrazione di ben 7 miliardi di euro sul fondo sanitario nazionale, il prepotente avanzamento di politiche di smantellamento del welfare secondo le logiche del “libro bianco”, l’atteggiamento antimeridionalista dell’esecutivo, danno l’esatta dimensione del piano organico del Governo per sostenere una scelta assunta aprioristicamente.
Un scelta che pagheranno i cittadini campani, ai quali il commissariamento porterà un evidente abbassamento dei livelli di erogazione delle prestazioni sanitarie e i lavoratori, già fortemente colpiti da politiche riduttive che incidono pesantemente sulle loro condizioni materiali di vita.
Non abbiamo mai difeso acriticamente le politiche della Regione e proprio per questo abbiamo responsabilmente concorso a realizzare percorsi, anche faticosi, di rientro a compatibilità del sistema sanitario regionale e abbiamo sempre giudicato negativamente la scelta di caricare sul sistema ospedaliero la tenuta del servizio sanitario a scapito delle strutture sanitarie territoriali.
Abbiamo sempre criticato il servizio sanitario campano per il peso, troppo sbilanciato rispetto alle altre Regioni, dell’intervento del privato accreditato nell’assicurazione dei livelli essenziali di assistenza (lo stesso privato che Sacconi offre, nel suo “libro bianco” come soluzione a tutti i guasti della sanità italiana)
Ma la scelta, oltretutto priva di qualsiasi criterio oggettivo e generale, non è orientata verso un auspicato ritorno alla normalità né, tantomeno, risponde ad un bisogno di innalzare la qualità del servizio sanitario: il commissariamento della Campania è atto politico di un Governo e di un Ministro che lavorano per smantellare il servizio sanitario nazionale.
Sosterremo, quindi, le annunciate mobilitazioni delle nostre strutture campane contro la politica antimeridioanilista del Ministro Sacconi e difenderemo la caratteristica universale delle prestazioni per i cittadini della regione; parteciperemo alle iniziative che saranno indette contro decisioni che penalizzeranno il lavoro, sia rispetto ai salari dei dipendenti sia rispetto ai livelli occupazionali in una zona già particolarmente colpita dalla crisi.
Roma 28 Luglio 2009