Protezione Civile: Per il Governo SpA a tutti i costi – Comunicato stampa di Antonio Crispi

18 Luglio 2011

Protezione Civile: Per il Governo SpA a tutti i costi – Domani Presidio a Montecitorio – Comunicato stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale Fp Cgil

Domani al Consiglio dei Ministri saranno approvati alcuni provvedimenti che faranno discutere e cambieranno, in negativo, la faccia del nostro Paese: dai provvedimenti sulla limitazione di internet alla regolamentazione del diritto di manifestare e di dissentire.

Sempre domani al CdM dovrebbe ritornare, per essere approvato, il Decreto Legge che privatizza la Protezione Civile trasformandola in Spa come più volte denunciato dalla CGIL a da altre organizzazioni sindacali.

Crea vivo allarme la determinazione da parte del Governo di procedere all’approvazione di questo DL che da una parte ha, effettivamente, dei contenuti rispondenti ai requisiti di necessità e di urgenza come , per esempio, le questioni che riguardano l’Abruzzo e la Campania che ne giustificano l’emanazione.

Ma, nel contempo, ne contiene degli altri che niente hanno a che fare con nessuno dei requisiti di indifferibilità tipici di una decretazione d’urgenza: la riorganizzazione del dipartimento della Protezione Civile contenuta nel decreto in parola ne è un fulgido esempio.
Riorganizzazione del DPC che fionda i lavoratori del settore in una condizione di incertezza professionale e di stabilità lavorativa. I quali si vedranno oggetto di una non meglio utilizzazione da parte della PCM che, in assenza del diritto d’opzione e in ossequio al persistente ruolo speciale di Protezione Civile, ne disporrà in merito in tutto e per tutto, in barba al Ministro Brunetta e alla sua fantasmatica riforma della P.A. che si dimostra, ancora una volta uno spot, per favorirne appunto la sua totale privatizzazione.

Un decreto legge che, nonostante l’opposizione del Tesoro che nel corso di queste settimane ne ha impedito l’approvazione per ben sette volte, perché non chiare le fonti di finanziamento della SPA, se passerà rappresenterà un vulnus democratico, istituzionale e di dubbia costituzionalità fin dalla sua emanazione che, nei fatti, eluderà parti consistenti della legge fondamentale della Protezione Civile, quali la 225/92, svuotando di contenuti il dipartimento, trasformato nella migliore delle ipotesi – se sopravvivrà – in un altro centro di pronto intervento derogando dai suoi compiti fondanti ispirati, invece, al coordinamento secondo il principio di sussidiarietà e non certo di sostituzione come è stato fatto in Abruzzo e come, molto probabilmente, si verificherà con la SPA.
 
Un decreto legge che riorganizza la testa della Protezione Civile italiana approvato senza ascoltare la volontà delle Regioni, dell’Anci, dei lavoratori e di alcuni sindacati e, senza aver consultato pezzi importanti del sistema di protezione civile quali le strutture operative, la Conferenza del Volontariato di P.C.. Siamo di fronte ad un vero e proprio colpo di mano.

Tutto ciò ha ricadute sia sul modello di Protezione Civile fin ora sperimentato e che fino a ieri il Governo decantava quale migliore al mondo, sia sulla privata e pubblica incolumità laddove si intende trasformare, in un business, la calamità che sarà così piegata alla logica dell’interesse e dell’affare.

Abbiamo già un esempio in letteratura: l’Abruzzo e i cittadini abruzzesi inconsapevoli attori di questo “nuovo” che avanza.

In ultimo, stante la gravità della situazione in un settore così nevralgico per il Paese, stordisce l’assordante silenzio di alcuni partiti della sinistra e dell’opposizione.

Roma, 16 dicembre 2009

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