Professioni Sanitarie: nota unitaria abrogazione art.1 septies L. 27

18 Luglio 2011

Professioni Sanitarie: nota unitaria su abrogazione art.1 septies L. 27

Pubblichiamo la Nota unitaria a firma Rossana Dettori FP CGIL, Daniela Volpato CISL FP, Carlo Fiordaliso UIL FPL, inviata ai soggetti istituzionali con la quale le Organizzazioni Sindacali prendono posizione in merito agli inaccettabili sviluppi legislativi sulla abrogazione dell’art. 1 septies della legge 27

Gentili Ministri, Gentili Onorevoli
siamo venuti a conoscenza della richiesta della sede legislativa da parte della VII Commissione Cultura della Camera dei Deputati sul testo unificato dei progetti di legge C. 28, C. 522 e C.1620, abrogativi dell’articolo 1 – septies L. 03/02/2006 n. 27, con le modifiche già richieste dal Governo e dalla XII Commissione Affari Sociali.
Le scriventi Organizzazioni sindacali, facendo seguito alle precedenti note dichiarano la propria contrarietà sul percorso scelto e sulle soluzioni di merito che sono state adottate.

L’articolo 1 septies della legge 3 febbraio 2006 n. 27, introdotto con un emendamento nella fase di fine legislatura, rappresenta un problema di grave violazione della tutela della salute dei cittadini e del sistema ordinamentale delle professioni sanitarie, alla quale maggioranza e minoranza si erano impegnati a porre rimedio.

Tale articolo doveva essere abrogato fin dall’inizio della attuale legislatura e invece, a distanza di un anno, il Governo e il Parlamento mettono a punto una soluzione sulla quale confermiamo la nostra totale contrarietà perché, contemporaneamente all’abrogazione della norma di cui si tratta si introducono disposizioni che costituiscono un ulteriore vulnus dell’attuale ordinamento. In particolare le scriventi Oraganizzazioni Sindacali segnalano che:
* L’istituzione di una disciplina specifica per il riconoscimento dei crediti formativi solo per una categoria, nel rispetto delle leggi vigenti, come citato nel progetto di legge è una contraddizione in termini, considerato che oggi la legislazione vigente prevede già la stessa disciplina per la misurazione dei crediti formativi, sulla base di una valutazione dei singoli atenei all’interno di un quadro di regole nazionali uguali per tutte le categorie
* La seconda parte dell’articolo 2 del progetto di legge prevede anche l’istituzione di una specifica disciplina per le modalità di accesso ai corsi di laurea, nei limiti del fabbisogno previsto; tale previsione è difforme dalla normativa vigente perché l’unica modalità di accesso all’università per le professioni sanitarie, che sono soggette alla programmazione del fabbisogno formativo sulla base di leggi dello stato – DLGS 502 del 1992 e D.LGS 229 del 1999 e successive modificazioni – è il numero dei crediti acquisti dai singoli studenti. Altre modalità ed eventuali riserve di posti per una singola categoria sono previsioni, a nostro avviso, anticostituzionali e lesive del diritto soggettivo dei cittadini.

Confermiamo perciò la nostra totale contrarietà a normative che introducono gravi violazioni all’attuale sistema formativo e ordinamentale delle professioni sanitarie, lesive dei diritti soggettivi di altre migliaia di cittadini che annualmente si candidano all’iscrizione alla laurea in fisioterapia (negli ultimi due anni accademici ci sono state oltre 25.000 domande di iscrizione alla laurea di fisioterapia per 2.500 posti programmati dall’Università sulla base delle richieste delle Regioni) e che introducono un sistema di “deregulation” molto pericoloso in un ambito protetto quale quello della tutela della salute.

CGIL FP CISL FP UIL FPL ribadiscono come già espresso nelle precedenti note e verbalmente, in occasione dell’incontro con i rappresentanti del Ministero della Salute, la richiesta dell’abrogazione immediata della norma dell’articolo 1 septies e l’apertura di un apposito confronto con tutti i soggetti istituzionali interessati al problema occupazionale dei laureati in scienze motorie, problema che necessita di ben altre soluzioni più articolate per il presente e per il futuro di questa professione, a partire da un corretto sistema di programmazione universitaria, piuttosto che di scelte “avventate e demagogiche” che introducono “pericolosi precedenti” in un ambito quale quello delle professioni sanitarie, intrinsecamente legato a quello della tutela della salute.

CGIL FP CISL FP UIL FPL dichiarano inoltre il proprio disappunto per le scelte delle SS.VV. e per la mancanza di una reale considerazione delle richieste fin qui avanzate dalle Scriventi, dalle rappresentanze delle professioni sanitarie e da alcune rappresentanze associative degli utenti.

Per queste ragioni proseguiremo la nostra iniziativa a livello nazionale e sul territorio nei confronti di tutte le istituzioni, a tutela di un sistema ordinamentale delle professioni sanitarie che è il risultato di importanti iniziative parlamentari, sindacali e professionali degli ultimi quindici anni, che hanno permesso di classificare il sistema sanitario nazionale fra i migliori in ambito europeo e mondiale e a promozione di un sistema di “legalità” in ambito sanitario, che deve prescindere da valutazioni di interessi particolari, nel rispetto di quelli più generali dei cittadini e dei lavoratori.
 
Roma, 15 febbraio 2007

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