La riunione si è aperta con la relazione del Coordinatore Nazionale Gennaro Martinelli, che ha iniziato rilevando come la scelta di convocarla in concomitanza con l’inizio della legislatura individui l’urgenza di far iscrivere concretamente tra le priorità del nuovo Governo, le tematiche connesse alla Polizia Municipale e Provinciale (e, quindi, al ruolo rivestito da queste ultime nelle politiche integrate di sicurezza urbana).
Negli ultimi cinque anni il Governo di centrodestra, fortunatamente bocciato dagli italiani il nove e dieci aprile, ha completamente derubricato dalla propria agenda la Polizia Locale ottenendo, così, di peggiorare le condizioni di lavoro e di vita dei lavoratori di questo fondamentale servizio pubblico.
E’, pertanto, sicuramente un fatto positivo che, dopo anni di depotenziamento delle piante organiche, uno dei primi impegni della nuova maggioranza sia stato assunto con i sindaci di alcune tra le maggiori aree metropolitane del paese proprio in materia di specifiche deroghe che consentano nuove e consistenti assunzioni nella Polizia Municipale.
Naturalmente, il problema dovrà essere affrontato in maniera organica e nella sua interezza poiché le politiche d’attacco ai pubblici servizi adottate dal centrodestra, hanno avuto pesanti ricadute sull’intero sistema delle autonomie locali.
La relazione è poi proseguita, toccando diversi aspetti a partire dall’analisi di quanto l’impegno dei delegati e RSU della Polizia Locale FP CGIL avesse consentito la costante mobilitazione dei lavoratori contro le politiche di questi ultimi cinque anni tese alla privatizzazione (anche strisciante) di pezzi fondamentali della sicurezza, alla devastante costituzione della Polizia Regionale, allo snaturamento dei compiti e del ruolo della Polizia Locale.
Un patrimonio di partecipazione che ha garantito la crescita sindacale del settore e che va alimentato con apposite iniziative tese a dare sostegno alle rivendicazioni sostenute in questi anni, affinché non si giunga alla fine della legislatura senza ottenere concrete risposte in materia di: chiarezza di compiti e funzioni; riconoscimento del peculiare ruolo svolto dalla Polizia Locale nelle politiche integrate di sicurezza urbana; attivazione di percorsi di formazione e aggiornamento professionali permanenti e coerenti con i compiti istituzionali; equiparazione previdenziale, assistenziale ed infortunistica con le forze di polizia statali; valorizzazione della specifica indennità di funzione.
All’uopo, è senza dubbio un’importante base di partenza la proposta di legge di riforma sottoscritta da ANCI – UPI – Conferenza delle Regioni (così come modificata a seguito delle iniziative del Coordinamento Nazionale Polizia Locale FP CGIL nell’estensione dell’art. 12 “funzioni ausiliarie di Polizia Amministrativa Locale”) ed è, quindi, auspicabile che il sistema delle autonomie proceda a ripresentarla e sostenerla sin da subito, così da accelerarne la discussione in sede di Commissione Affari Costituzionali.
E’ oltremodo importante, sia dal versante della legge di Riforma che da quello contrattuale, mettere a frutto il lavoro ed i risultati di questi anni.
Difatti, anche sul versante contrattuale è possibile proseguire nel lavoro di riconoscimento della peculiarità professionale della Polizia Locale, già ormai consolidatosi nell’ultimo quadriennio con la costituzione di un segmento specifico.
E’ stato poi affrontato il tema relativo alle prossime elezioni amministrative, dove il centrodestra si presenta dopo aver prodotto in realtà importanti quali quelle lombarde e venete, pesantissime situazioni di disagio e snaturamento del ruolo della Polizia Municipale e Provinciale.
A questa politica sono riconducibili(e la FP spesso da sola lo sostiene con forza da anni) scelte che spesso creano situazioni drammatiche (vedi Como) o scelte di depotenziamento e privatizzazione del ruolo della Polizia Locale (il Comune di Lecco che cede la gestione del ciclo contravvenzioni – multe, scadenze, archivio, sinistri, ecc – ad una società di servizi privata; la vigilanza stradale di alcune zone critiche della città e la video sorveglianza su tutto il territorio ad una società di guardie giurate; la gestione di aree di sosta e degli ausiliari al traffico ad una società di proprietà del comune) ed è perciò fondamentale sconfiggerla.
Altro momento fondamentale, si rileva nella relazione, è il Referendum con il quale si potrà bocciare la riforma costituzionale voluta dal centrodestra (la cosiddetta devolution) che pesa enormemente sul futuro democratico del nostro paese, sul funzionamento delle sue istituzioni e sulla vita della stessa Polizia Locale.
La relazione è, infine, terminata con la proposta di porre all’attenzione della Segreteria Nazionale la convocazione entro il 2006 dell’Assemblea Nazionale della Polizia Locale FP CGIL dove sviluppare il confronto tra le diverse esperienze territoriali dei delegati ponendo al centro delle questioni il ruolo della Polizia Locale nello sviluppo delle realtà locali (sia economico che sociale), le politiche che il Governo e il sistema delle autonomie locali (ognuno per gli aspetti di competenza) devono attuare per la crescita di una cultura della legalità (a partire dalla lotta al disagio ed all’emarginazione sociale) sino agli aspetti giuridici e contrattuali che possano garantire i diritti degli operatori ed un servizio di qualità ai cittadini.
Sono seguiti interventi dei delegati delle diverse realtà territoriali tra i quali Lombardia, Emilia, Veneto, Piemonte, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia, Basilicata, Abbruzzo.
Quanti si sono susseguiti nell’approfondita e partecipata discussione hanno condiviso l’impostazione ed il merito della relazione dando forte risalto all’importanza della prossima consultazione referendaria; alle gravi situazioni di snaturamento e degenerazione del lavoro della Polizia Municipale e Provinciale prodotte dalle fallimentari politiche messe in campo in materia di sicurezza dalle Regioni guidate dal centrodestra (che hanno ottenuto il solo effetto d’ampliare le paure dei cittadini e depotenziare la Polizia Locale nei settori istituzionalmente di competenza dove la professionalità specifica è, invece, elemento indispensabile per il contrasto all’illegalità); alle spesso difficili condizioni ambientali ed operative che contraddistinguono il lavoro degli addetti della Polizia Locale nelle regioni meridionali (con l’evidenza della necessità di politiche sempre più efficaci di lotta alle mafie che strozzano la crescita del mezzogiorno, coniugate con politiche per il lavoro, la scuola, l’efficienza dei servizi pubblici e lotta al precariato); all’importanza di favorire l’associazionismo tra comuni attraverso politiche regionali che consentano un reale miglioramento del servizio offerto ai cittadini, della qualità del lavoro e dell’operatività degli addetti alla Polizia Municipale.
Un importante contributo alla discussione è stato fornito per il comparto delle autonomie locali da Gianguido Santucci che ha evidenziato la qualità degli interventi e dei temi in discussione, ponendo l’accento sulla necessità di proseguire il percorso intrapreso viste anche la complessa fase contrattuale del prossimo quadriennio.
Ha, quindi, evidenziato la necessità di proseguire tutti gli sforzi in ambito legislativo e contrattuale ed all’uopo procedere all’elaborazione di una sintesi da discutere con la Segreteria Nazionale in maniera da rendere concreto l’apporto alla futura fase negoziale.
In conclusione, i delegati hanno dato mandato alla struttura nazionale a proseguire nell’azione sindacale (anche con la ricerca del coinvolgimento di CISL e UIL) a sostegno della proposta ANCI – UPI – Regioni( ulteriormente migliorabile in sede di Commissione Affari Costituzionali), di organizzare entro il 2006 l’assemblea Nazionale della Polizia Locale e di procedere alla convocazione di un’apposita riunione ristretta per elaborare un documento che analizzi i punti delle principali aspettative contrattuali della Polizia Locale da sottoporre, quale elemento di riflessione, alla Segreteria Nazionale.
Il Coordinamento, infine, ha espresso il proprio dolore per i militari italiani periti nell’attentato di Nassirya e ribadito la necessità di un rientro a casa del contingente impegnato in IRAQ e di una costante mobilitazione a sostegno della pace.
Roma, 28 aprile 2006