Pubblichiamo una nostra lettera di protesta, inviata al ministro Amato, sulla gestione della Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno
CGIL FP
Al Ministro dell’Interno, On. prof. G. Amato
Al Direttore della S.S.A.I., prefetto Zampini
e, p.c. all’Ufficio relazioni sindacali
Signor ministro, Signor prefetto,
se dovessimo tentare una lettura politica delle modalità organizzative, e dei contenuti, della giornata inaugurale dell’anno Accademico 2006-7 tenutasi presso la S.S.A.I. lo scorso lunedì 18, ci passerebbe davvero la voglia di continuare a indirizzare lo sforzo di migliaia di donne e uomini che rappresentiamo, verso un percorso credibile di riforma di questa Amministrazione Civile dell’Interno, se davvero per riforma intendiamo – noi come voi – migliorare i servizi e le funzioni esercitate, attraverso la valorizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori; secondo la loro professionalità, a qualunque categoria appartengano.
Mai era accaduto, nei 25 anni di vita della S.S.A.I., che si ignorasse il ruolo insostituibile del sindacato confederale, legittimo e democratico rappresentante della stragrande maggioranza delle lavoratrici e dei lavoratori dell’Amministrazione Civile dell’Interno, le cui funzioni sono esercitate da circa 23.000 donne e uomini che solo in minima percentuale, non più del 7-8%, appartengono alla carriera prefettizia … e in questi ultimi anni, è all’insieme del personale che si è cercato, anche grazie alla capacità di iniziativa sindacale, di orientare le scarsissime risorse destinate alla formazione. Risorse ulteriormente ridotte a causa del prevalere – nella gestione della S.S.A.I. – di una funzione di rappresentanza ormai inadeguata ai tempi, e alle sfide che questi tempi presentano al Ministero. Insomma, già troppo poco (del bilancio della S.S.A.I.) va alla formazione vera e propria: se poi questa formazione dovesse riguardare solo un parte della dirigenza, a maggior ragione si legittimerebbero i dubbi sulla sua efficacia. Ma qualcuno crede ancora che le amministrazioni migliorano investendo sui vertici delle burocrazie? Ma in quale legge è stata istituita la scuola dei prefetti?
Non a caso, il genere di riscontro che sui media ha avuto questa iniziativa è significativo: uno scontro tra il Ministro dell’Interno e una casta di alti e potenti burocrati.
Insomma, in questa vicenda non ci è piaciuto il metodo (ignoranza del ruolo del sindacato confederale), il merito (un’amministrazione – e una scuola di formazione – schiacciate sui prefetti), e il risultato in termini di immagine (non solo per i prefetti … ai quali comunque teniamo, soprattutto quando svolgono davvero le proprie funzioni).
Del resto questa “buona giornata” si era vista dal mattino, cioè dalla esibizione del Presidente di Confindustria nella giornata dell’11 scorso, che non crediamo abbia dato un contributo importante riproponendo, in sostanza, nient’altro che luoghi comuni (chi lavora e chi “rema contro”, le due metà del Paese, etc. etc.). Aveva bisogno anche di questa tribuna, per supportare le sue – ancorché legittimissime – aspirazioni politiche?
Caro signor Ministro, mettiamola così: anche noi temiamo il populismo, neanche a noi piacciono i Pym Fortuin, forse proprio per questo continuiamo a svolgere un insostituibile ruolo di rappresentanza e mediazione. Forse il modo migliore per combattere le derive populiste è nell’attivare, e far vivere, gli strumenti democratici che ancora funzionano, come il confronto tra soggetti rappresentativi. Lei sa che solo insieme alle lavoratrici e ai lavoratori, e alle loro organizzazioni sindacali, è possibile cambiare davvero il modo di lavorare, e di essere, delle pubbliche amministrazioni. Iniziamolo questo confronto, ormai la Finanziaria è passata …
Distinti saluti,
Lino Ceccarelli
Fp Cgil – coordinatore nazionale Min. Interno