CGIL FP CISL FP UIL PA
LETTERA APERTA AL MINISTRO DELLA DIFESA,
ON.LE PROF. ARTURO PARISI
Onorevole Ministro,
in una lunga lettera a Lei inviata nel mese di luglio le scriventi Organizzazioni Sindacali Le sollecitarono l’apertura formale di un sistema di relazioni con le rappresentanze dei lavoratori.
Lo fecero offrendo a Lei un possibile quadro d’interventi tesi a recuperare prospettive d’avanzamento dell’intera Amministrazione della Difesa, da tempo avviata pericolosamente verso approdi di disfunzionalità e disorganizzazione.
Era il periodo in cui il Governo stava discutendo del documento di programmazione economica e finanziaria.
Infatti, in quella nota ponemmo alla Sua autorevole attenzione l’esigenza di rilancio dell’intero sistema Difesa a partire da scelte chiare sulle risorse da rideterminare per investimenti sul lavoro, per le attività manutentive, per l’ammodernamento delle strutture e delle grandi realtà tecnico-industriali, per la qualificazione professionale dei suoi dipendenti.
Nella stessa lettera CGIL CISL UIL cominciarono ad offrirLe anche spunti, che ancora reputano qualificanti, per una complessiva e generale riorganizzazione dell’ A.D.: parlammo delle esternalizzazioni e dell’esigenza di invertire questo processo di svuotamento delle attività; di modelli organizzativi da ridefinire (Aree Amministrativa-Centrale, Tecnico-Operativa ed Industriale); di politiche per il personale.
In più recenti occasioni, poi, abbiamo evidenziato ripetutamente la necessità di affrontare anche problematiche specifiche quali ad esempio l’insostenibile situazione dell’Agenzia Industrie Difesa; la crisi degli Arsenali Navali e dei Poli di Mantenimento e di altri Enti dipendenti dall’Ispettorato Logistico dell’Esercito; gli Stabilimenti Militari di Capua e Pavia; i processi di riorganizzazione territoriale dell’Esercito nonché della Sanità Militare in ottica interforze.
Tutto ciò sempre accompagnato da rivendicazioni specifiche afferenti, in senso stretto, la contrattazione integrativa ed il trattamento economico e giuridico del personale civile della Difesa, quali, ad esempio, l’aumento dei fondi a disposizione della contrattazione integrativa; il ripristino della soppressa indennità oraria di missione; il completamento della prima fase di riqualificazione con l’avvio delle procedure di passaggio fra le aree professionali, a cominciare da quella che abbiamo già avuto modo di definire anche una vera e propria questione sociale: il passaggio dei circa 2.000 dipendenti dell’Area “A” alla posizione economica “B 1”.
Se, come saremo costretti a fare, provassimo a tracciare un bilancio di questi primi dieci mesi di Governo, il risultato sarebbe, come purtroppo è, allarmante, oltre che insoddisfacente.
Ad una seppur tardiva, ma apprezzata offerta di una nuova sensibilità al dialogo con le Parti Sociali, che ha avuto, formalmente, il suo “picco” più alto nel protocollo di intesa sottoscritto il 29 novembre u.s. con il Sottosegretario VERZASCHI, non ha corrisposto alcun, ripetiamo alcun, atto concreto.
Onorevole Ministro, provi a verificare: non una delle questioni da noi poste sono state affrontate con responsabilità e pragmaticità; non una delle problematiche che qualificavano la piattaforma rivendicativa unitariamente sottopostaLe è stata portata concretamente ed esaustivamente a soluzione!
Prendiamo atto di una serie di incontri, una sommatoria di impegni, anche una apparente, forse sincera, condivisione delle questioni da noi poste, ma nel concreto ancora NULLA!!
E’ passata una legge finanziaria che ha visto ancora una volta tradite le minimali, seppur legittime, aspettative dei lavoratori civili della Difesa e il tutto a fronte di significativi riconoscimenti economici previsti per colleghi di altri Ministeri; nessun confronto di qualità sui processi di riorganizzazione complessiva del Ministero della Difesa; nessun intervento sul tema delle professionalità e della contrattazione integrativa; un’Agenzia Industrie Difesa sempre più allo sbando; nessuna prospettiva diversa da quelle assolutamente buie sul tema del lavoro e delle attività qualificanti il “lavoro civile” in questo Ministero militare; il futuro degli Stabilimenti di Capua e Pavia ancora nel limbo; gli Enti dell’Area Tecnico-Operativa ulteriormente destinatari di interventi di riorganizzazione e/o soppressione scoordinati e contraddittori.
Insomma, egregio Ministro, dal Dicastero che Lei dirige ancora nessun chiaro e credibile progetto.
Il tutto, ci spiace constatarlo, accompagnato da un sempre più evidente atteggiamento di assoluta distanza fra le nostre esigenze di entrare in una discussione -che reputiamo difficile ma ineludibile – e le insensibilità dei vari segmenti dell’A.D. che rappresentano di volta in volta le nostre controparti, dove sono sempre più evidenti scetticismo, sufficienza, difesa corporativa di interessi specifici, lontananza da un indirizzo di Governo che, per amor di verità, dobbiamo confessare come nemmeno noi siamo ancora riusciti a ben focalizzare.
L’ultimo caso è davvero emblematico di una situazione al limite del corto circuito istituzionale: il 31 gennaio u.s., così come prevedeva il sopra richiamato protocollo di intesa, siamo stati convocati dallo Stato Maggiore della Marina per essere informati “dell’orientamento della Marina Militare sulle prospettive degli Arsenali e sugli eventuali studi in materia”.
Ci creda, sarebbe stato meglio – così come autorevoli esponenti del Governo avevano provato a “ordinare” – che quella riunione non fosse mai stata realizzata, tanto inutile ed imbarazzante si è rivelata rispetto sia al contenuto che alle prospettive confuse che ha tentato di offrire.
Un quadro, insomma, che a nostro giudizio va ben oltre il reiterato allarme delle Rappresentanze Sindacali, ben oltre fino a sconfinare nel terreno di una denuncia chiara e precisa: non è questo il sistema delle relazioni sindacali al quale CGIL CISL UIL aspirano; su questo tema, quello cioè del valore della nostra rappresentanza di interessi collettivi e della responsabile partecipazione ad una fase di costruzione di un processo evolutivo per il Ministero della Difesa non riteniamo possa esserci spazio di mediazione.
Nella lettera alla quale abbiamo fatto riferimento in apertura, CGIL CISL UIL dichiararono la precisa volontà a non ripercorrere quella passata esperienza di forti mobilitazioni e di clamorose iniziative di lotta per l’affermazione dei diritti inalienabili del lavoro chiarendo, però, che se qualcuno oggi ancora accarezzasse l’idea che del Sindacato si può fare a meno, avrebbe sicuramente trovato la giusta, doverosa e determinata reazione dei lavoratori.
Egregio Ministro, siamo arrivati, invece, proprio a quel punto!
Le scriventi OO.SS. non sono in grado di garantire ulteriormente quell’atteggiamento responsabile che sin qui ha caratterizzato la loro linea di condotta sindacale; troppi i problemi, troppi i rischi di tenuta dell’intero sistema. Non abbiamo avvertito quei cambiamenti nei quali tutti i lavoratori civili della Difesa speravano e, pertanto, a nulla servono quelle diverse sensibilità al dialogo dimostrate recentemente anche dal Sottosegretario VERZASCHI che rimangono, purtroppo, quel che appunto sono: solo sensibilità.
Sottoponiamo, quindi, dunque, alla Sua autorevole valutazione l’improcrastinabile esigenza di una netta inversione di tendenza da concretizzarsi, innanzitutto, nella programmazione di un urgente incontro con la S.V. On.le in occasione del quale procedere alla stesura di un protocollo d’intesa in cui fissare, in maniera inequivocabile, un preciso percorso di realizzazione di obiettivi condivisi al fine di giungere alla soluzione dei tanti problemi sul tappeto da affrontare con altrettanto condivise priorità.
Onorevole Ministro, per tutto quanto sopra rappresentato appare superfluo sottolineare come l’assenza di un preciso e concreto segnale di discontinuità rispetto anche al più recente passato, non potrà che innescare una serie di iniziative sindacali – oltre a quelle già poste in essere in alcune realtà periferiche – delle quali tenore e portata saranno definite in occasione di un Attivo Nazionale Unitario di quadri e delegati già fissato dalle scriventi per la terza decade di febbraio a Roma.
Confidando ancora nella Sua spiccata sensibilità politica e, più in generale, su un’azione di Governo che possa concretamente segnare l’auspicata discontinuità con il passato, restiamo in attesa di un Suo autorevole, per quanto possibile urgente riscontro e cogliamo l’occasione per porgere distinti saluti.
Roma, 6 febbraio 2007
CGIL FP – Rossetti
CISL FP – Caffarata
UIL PA – Colombi