Secondo il Consiglio di Stato, il Ministero dello Sviluppo Economico in occasione del DPR di riorganizzazione ha violato le regole che presiedono all’accorpamento delle amministrazioni.
Il ministero avrebbe dovuto adempiere ad alcuni atti di natura organizzativa propedeutici al regolamento di riorganizzazione. Si tratta di tre decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri relativi a: 1) ricognizione delle strutture trasferite;
2) i criteri e le modalità per l’individuazione delle risorse umane relativi alle funzioni di riorganizzazione;
3) la definizione provvisoria degli uffici del ministero
Il primo atto è stato fatto, gli altri due no.
Secondo il Consiglio di Stato esiste un vulnus alle regole dettate dalla normativa primaria nella materia e le interpretazioni giuridiche fornite dal Ministero dello Sviluppo Economico per giustificare il proprio comportamento sono sbagliate e violano le prerogative delle OO.SS.
Infatti il DPCM relativo ai criteri e le modalità per l’individuazione delle risorse umane, relativi alle funzioni di riorganizzazione chiamando direttamente in gioco interessi professionali dei lavoratori avrebbe dovuto essere adottato previa consultazione delle OO.SS.
La consultazione su un DPCM che non è stato predisposto,come è ovvio non si è svolta.
Il Ministero dello Sviluppo Economico ha sostenuto che il DPCM in questione sarebbe stato utile ma non indispensabile per le particolari caratteristiche del DPR di riorganizzazione.
Il Consiglio di Stato tuttavia dopo aver censurato le argomentazioni del Ministero dello Sviluppo Economico con parole chiare, si esercita in una funzione che non dovrebbe appartenergli: salvare il salvabile e sorvolare sulla realtà.
Il Consiglio di Stato sulla base dei verbali della riunione del 3 luglio 2008 sul DPR di riorganizzazione sostiene che comunque le OO.SS. Sono state messe in condizione di comprendere le modalità con cui l’amministrazione intendeva procedere al riassetto, quindi pur in presenza di una procedura giuridicamente infondata la sostanza sarebbe comunque salva.
Il Consiglio di Stato nelle proprie dissertazioni giuridiche, pur debitamente informato, ha dimenticato che, anche a voler prendere per buona l’argomentazione che la sostanza salva la forma,la consultazione non si è svolta perchè basata su un documento profondamente diverso da quello presentato al Consiglio dei Ministri.
La realtà è la seguente: il Ministero per lo sviluppo economico per emanare il proprio DPR di riorganizzazione ha seguito un comportamento non in linea con lo stile di una amministrazione moderna e autorevole.
Con modalità simili si svolge il noto gioco delle tre carte.
La riuscita delle mobilitazioni contro l’attacco al lavoro pubblico e ai lavoratori pubblici sarà la giusta risposta a comportamenti che non riescono a sembrarci normali.
FP CGIL Nazionale
Cosimo Arnone