I lavoratori degli Uffici giudiziari di Palermo, riuniti in assemblea, dichiarano quanto segue:
1) Respingono con fermezza la proposta di Ordinamento Professionale dell’Amministrazione Giudiziaria perché mortifica la professionalità dei lavoratori che verrebbero ingiustamente dequalificati. Essa porterebbe certamente ad un peggioramento del servizio riportando l’Amministrazione ai modelli organizzativi di 10 anni fa. La proposta di separare le funzioni delle figure professionali, renderà il servizio giustizia meno efficiente, rallentando i tempi dei procedimenti e disegnando un ordinamento del tutto superato.
2) Denunciano le condizioni di lavoro degli uffici giudiziari di Palermo che soffrono per gravi carenze di organico e mancanza di risorse. Nello specifico, la proposta dell’Amministrazione ridurrebbe gli attuali n.51 ufficiali giudiziari, tra C/1 e B/3, addetti al servizio di notificazione a soli n.29, sui quali ricadrebbero i pesanti ed insostenibili carichi di lavoro dei n. 22 colleghi C/1 che sarebbero costretti a svolgere solo gli atti di esecuzione forzata arrecando inoltre un grave danno all’utenza. Improvvisamente, da un giorno all’altro i 29 ufficiali giudiziari B/3 subirebbero un repentino aumento dei loro carichi di lavoro in misura pari al 76%. Questi sono i numeri e sono inconfutabili. Tuttavia, l’amministrazione pur conoscendoli, da più di un decennio non indice i concorsi per il personale B/3. Il tutto si traduce in una operazione a costo zero e ad organico invariato degli ufficiali giudiziari B/3 i quali, ormai hanno una età media superiore ai cinquanta anni e avvertono gli effetti del gravoso lavoro quotidiano svolto sul territorio palermitano, tant’è che a 10 di loro è già stato riconosciuto di non poter svolgere il servizio esterno di notificazione per motivi di salute. Inoltre, la proposta dell’Amministrazione non tiene conto che in virtù dell’interfungibilità delle funzioni i lavoratori hanno acquisito da anni una maggiore professionalità, proponendo un’ ipotesi organizzativa dequalificante e umiliante.
3) Alla luce del dibattito politico istituzionale sul ‘processo breve’ si evidenzia la mancanza assoluta di risorse e di progetti. Solo a Palermo rischiano di cadere in prescrizione dal 20 al 30% dei processi negando giustizia alle vittime e alle parti lese, costituite come parti civili. Come ammonisce il Presidente dell’ ANM di Palermo “per anni molti siciliani hanno preferito rivolgersi al mafioso di turno per la risoluzione delle proprie controversie private adesso che un percorso di legalità è stato fatto, non si possono deludere le aspettative dei cittadini”. Sono dunque necessari, per garantire una effettiva accelerazione dei tempi di processi, investimenti adeguati per il giusto riconoscimento professionale dei lavoratori, per nuove assunzioni e per la modernizzazione del sistema.
In un avamposto della lotta alla mafia come la Procura di Palermo mancano ben 16 pubblici ministeri ed il personale è sottorganico del 50% , nonostante la riduzione del 10% già effettuata . Unico caso in Sicilia e forse anche del resto d’Italia. A fare le spese di questa situazione saranno, come sempre, i cittadini onesti.
4) Chiedono ai Capi degli Uffici Giudiziari di Palermo di affiancare i lavoratori della Giustizia nel contrastare la proposta dell’Amministrazione e di farsi portavoce delle difficili condizioni di lavoro degli uffici.
5) Danno mandato alle OO.SS. FPCGIL, UILPA-UIDAG, FLP, RdB che unitariamente hanno avviato una mobilitazione, di proseguire e intensificare le iniziative di contrasto al disegno dell’Amministrazione per ottenere la ricomposizione dei profili professionali e la riqualificazione del personale della giustizia.
Palermo, 30 novembre 2009