Giovedì 6 maggio 2010 sono stati definitivamente sottoscritti i contratti della dirigenza del servizio sanitario nazionale dell’Area III (STPA) senza la firma della nostra organizzazione nonché della UIL.
La vecchia dichiarazione congiunta 1 – nella quale si affermava che nella definizione di monte salari limitatamente per il biennio economico 2008-2009 veniva ricompresa l’indennità di esclusività – è stata sostituita con l’affermazione, scontata, che nel monte salari del 31 dicembre 2007, al quale fare riferimento per il calcolo dello 0,8% aggiuntivo a livello regionale, non è ricompresa l’indennità di esclusività.
Lo stesso piccolo aumento della indennità di esclusività, contenuto nel contratto, non è frutto di nuove risorse ma è coperto distogliendo parte dell’aumento complessivo. In pratica un autofinanziamento.
Rimane pertanto intatta la disapplicazione dell’articolo del contratto del 2000 con il quale si sanciva l’indennità quale elemento indistinto della retribuzione che non fa parte del monte salari.
Questa disapplicazione elimina il principio per noi fondamentale del valore politico della scelta della esclusività, da premiare con fondi extracontrattuali.
Averlo abrogato consente di inserire l’indennità di esclusività nel monte salari come una delle tanti voci economiche che potrà essere anche rimessa in discussione.
Peraltro la volontà del Governo e della maggioranza è di estendere l’indennità di esclusività a tutti i dirigenti medici, veterinari e sanitari, anche se svolgono attività libero professionale in studi o strutture private, con costi a carico dei fondi contrattuali. Basta leggere il testo unificato del 27 aprile del Ddl sul Governo Clinico, temporaneamente fermo per i pareri contrari della Ragioneria Generale dello Stato e della Commissione per le questioni regionali.
E il tutto rischia di essere portato avanti senza nessuna ridefinizione delle politiche retributive complessive del settore che vadano verso la valorizzazione di tutte le professionalità senza ulteriori sperequazioni economiche.
Tuttavia siamo impegnati sul tavolo aperto con le Regioni per una rivisitazione delle politiche contrattuali volute dal Ministro Brunetta per tutto il pubblico impiego.
Si confermano comunque nel testo finale del contratto i contenuti positivi che siamo riusciti ad ottenere, a partire da aumenti contrattuali in linea con i precedenti CCNL sottoscritti per gli altri comparti di contrattazione: 3,2% pari a 152,27 euro medi pro capite a regime per la dirigenza STPA. Risorse aggiuntive regionali nella misura dello 0,8% sul monte salari per le stesse finalità e con gli stessi meccanismi già definiti per il comparto. L’apertura del confronto, a livello regionale, sul tema del precariato e del suo indissolubile legame con l’erogazione dei LEA ai cittadini. La rivalutazione della posizione minima unificata per i ruoli tecnico-professionale-amministrativo che rimette in equilibrio le retribuzioni rispetto all’aumento dell’indennità di esclusività. La possibilità , a livello di contrattazione integrativa, di rivalutare il buono pasto con le stesse modalità già previste per il restante personale. La limitazione dei danni del sistema disciplinare imposto dalla iniqua legge di Brunetta.