Lettera aperta al Direttore Generale

18 Luglio 2011

Lettera al Direttore Generale

La CGIL ICE desidera porgere, al nuovo Direttore Generale dell’ICE, dr. Massimo Mamberti, il più cordiale benvenuto ed i migliori auguri per l’incarico appena assunto.
Il posizionamento dell’Istituto alla luce delle continue sfide che il processo di internazionalizzazione pone alle aziende italiane, le relazioni con il nuovo Ministero del Commercio Internazionale e le novità della Legge Finanziaria 2007 troveranno questo sindacato sempre disponibile a fornire alla Direzione dell’Ente l’indispensabile supporto dialettico e costruttivo.
Pur conoscendo quanto sia difficile il compito che attende il nuovo Direttore, questa organizzazione sindacale desidera tuttavia sottoporre alla sua attenzione alcune problematiche specifiche aperte da tempo, la cui soluzione potrà, indiscutibilmente, restituire ai dipendenti dell’ICE quelle motivazioni fortemente lese da anni di forte carenza nella gestione del personale:
– Contratto Integrativo di Ente 2002-2005 e sua applicazione: valutazione delle prestazioni, criteri di avvicendamento all’estero, nuovo orario di lavoro, ecc.;
– Progressioni di carriera;
– Situazione TFR;
– Situazione addetti al controllo agroalimentare, ecc.
Su questi temi è fondamentale prevedere un confronto urgente con le organizzazioni sindacali.
Siamo certi che un Direttore proveniente dalla struttura dell’Istituto comprenderà al meglio le esigenze dei dipendenti, riconoscendo la qualità del lavoro svolto a tutti i livelli. Solo il ritorno a regole certe, chiare e meritocratiche, troppo spesso ignorate dalla gestione precedente fino ai suoi ultimi atti, potrà restituire al personale la fiducia nell’Istituto e nel lavoro che è chiamato a svolgere.
Ribadendo al nuovo Direttore i migliori auguri di buon lavoro, auspichiamo che il rilancio dell’ICE venga concertato con le organizzazioni sindacali, ricordando che se è indispensabile che l’Istituto continui a svolgere un ruolo importante nella ripresa dell’economia nazionale, è anche necessario che al personale vengano riconosciute quelle legittime aspettative di carriera e di realizzazione professionale, negate negli ultimi anni.

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