Lettera al Ministro Carfagna della Segretaria Generale Fp Cgil Rossana Dettori – part-time e pari opportunità

18 Luglio 2011

Lettera al Ministro per le Pari Opportunità – Richiesta d'incontro sul tema part-time e pari opportunità

Al Ministro per le Pari Opportunità
On. Le Mara Carfagna

 
 

On. Le Ministro,

Con la recente legge 183/2010 un ulteriore intervento restrittivo è stato posto ai fini della concessione della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale.
In precedenza, con il Dl 112/2008, era stata rivista la normativa derubricando l’automaticità della trasformazione da tempo pieno a tempo parziale a concessione discrezionale da parte delle Amministrazioni.
L’ultimo intervento normativo (L. 183/2010) consente alle Amministrazioni di sottoporre a nuove valutazioni, e quindi revocare, anche i provvedimenti di autorizzazione concessi antecedentemente all’anno 2008.
A seguito di tale ultima norma nelle pubbliche amministrazioni, in modo piuttosto diffuso e generalistico, sta avvenendo che i provvedimenti di autorizzazione al part-time vengono revocati stante la totale discrezionalità dei datori di lavoro.
Nelle Amministrazioni pubbliche i dati della Ragioneria Generale dello Stato, con il Conto Annuale 2009, evidenziano che a fronte di 170.587 unità di personale in part-time ben l’85%, e cioè 144.549, sono donne.
È evidente che tali dati riflettano e sono il frutto di una organizzazione socio-economico-familiare che, nei fatti, costringe le donne a farsi carico delle responsabilità e delle incombenze della famiglia a partire dai bambini fino alle persone anziane e, se del caso, non autosufficienti.
Alle donne, nella distorsione dei modelli organizzativi e culturali in essere nel nostro Paese, è stato sistematicamente chiesto di rinunciare alla reale parità retributiva e conseguentemente, nell’età post-lavorativa, questo si riflette con trattamenti pensionistici inferiori a quelli degli uomini. Fra l’altro, in questo contesto, ci preme sottolineare come la supposta parità di accesso alla pensione fra uomo e donna, portando a 65 anni anche per le donne nel lavoro pubblico il requisito per l’accesso alla pensione, non abbia fatto altro che danneggiare le donne.
Sono oltre 200.000 le donne che, prossime al compimento dei 60 anni, si sono viste repentinamente portare l’età pensionistica da 60 a 65 anni.
Appaiono pretestuose le tesi di coloro che sostengono che con queste norme si aiutino le donne verso la parità con gli uomini, i dati e la realtà mostrano tutt’altro e da essi si evince che chi continuerà a subire le negatività saranno le donne.
A Lei On.le Ministro queste causali e queste distorsioni sono ben note, causali e distorsioni che dovrebbero essere rimosse affinché vi sia una reale condizione di pari opportunità fra uomo e donna.
È utile evidenziare che, proprio in ragione dei dati prima riportati e delle distorsioni evidenziate, le norme restrittive (Dl 112/2008 e L. 183/2010) appaiono in netta contraddizione con il Dlgs 198/2006 “Codice delle pari opportunità tra uomo e donna”.
È nostra convinzione che occorra procedere alla rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono una reale pari opportunità tra uomo e donna, attuando una strategia che veda insieme norme e crescita culturale. Nel frattempo, stante gli attuali limiti, sarebbe quanto mai auspicabile un intervento normativo di modifica delle attuali norme restrittive, individuando le causali che riportino alle regole previgenti al Dl 112/2008 e lasciando alle parti sociali la possibilità di individuarne di ulteriori in relazione alle necessità dei singoli e delle Amministrazioni.
Al fine di poterLe esplicitare con maggiore puntualità le nostre osservazioni, certi della Sua sensibilità sul tema e della Sua disponibilità, Le chiediamo un incontro.

In attesa di un Suo cortese cenno di riscontro.

Distinti saluti.

                                                                                     La Segretaria Generale Fp Cgil
                                                                                               Rossana Dettori

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