QUALE VIGILANZA ?
Mentre l’Amministrazione individuava come una delle priorità dell’attività di vigilanza del 2009 la caccia all’azienda etnica (riproposta anche nel 2010) le aziende “indigene” continuano bellamente a sfruttare il “lavoratore etnico”.
Rosarno è la punta di un iceberg di un sistema che vede da una parte lo sfruttamento di manodopera a livello di vera e propria schiavitù e dall’altra l’INPS come erogatore di prestazioni legate all’agricoltura a gente che probabilmente non sa nemmeno di che colore è la terra.
Un sistema che vede le arance raccolte dai “neri” per pochi spiccioli e le prestazioni raccolte dai bianchi senza sporcarsi le mani…almeno di terra perché di sangue e sudore degli altri ne sono lorde.
In questo ambito occorre che l’Istituto dia una sterzata netta e decisa, bisogna che il ruolo della vigilanza assuma, più di prima, un’importanza strategica.
Il ruolo dell’ispettore, sempre più difficile da esercitare visti lacci e lacciuoli imposti dal Governo, deve essere un ruolo teso all’effettivo ripristino della legalità e alla salvaguardia dei diritti di tutti i lavoratori, nonché alla verifica che i soldi dell’intera comunità siano effettivamente erogati a chi ne ha diritto.
Non c’è solo un problema delle prestazioni in agricoltura ma anche, la verifica delle aziende che licenziano e poi riassumo sotto altra ragione sociale godendo dei benefici previsti, di chi usufruisce della cassa integrazione e poi, casomai, fa rientrare, in nero, i lavoratori cassaintegrati in fabbrica e tanto altro ancora in specie con la cassa integrazione in deroga.
Parliamo di voucher? Strumento di legalizzazione del lavoro nero tanto caro al ministro Sacconi.
Con un voucher, a prescindere da valore dell’importo, dal punto di vista “legale”, si copre un’intera giornata di lavoro, ma in genere, il resto del compenso è in nero
Ormai con un tagliando del valore di 10 euro puoi fare quello che vuoi e non è finita qui! A giorni si prevedono ulteriori ampliamenti del loro utilizzo.
C’è un serio problema di verifica di come vengono gestiti ed erogati i soldi dei lavoratori.
Abbiamo un corpo ispettivo altamente qualificato in grado di svolgere egregiamente un compito di qualità.
Basterebbe ascoltarli prima di predisporrei piani di attività annuali.
Il piano del 2010 è l’esempio di come, invece di badare alla qualità, si badi esclusivamente a far numero. Numeri che non sempre corrispondo ad effettive entrate.
Il piano prevede un incremento delle ispezioni da effettuare (da 107.000 a 110.000), 10.000 lavoratori in nero in più, rispetto al 2009, da scovare, 100 milioni in più di contributi da accertare rispetto al 2009.
Tutto questo con 200 ispettori in meno del 2009 e con la prospettiva di ulteriori pensionamenti nel 2010.
Appare del tutto ovvio che se un ispettore deve inseguire i numeri difficilmente potrà svolgere un ruolo che sia invece un ruolo di intelligence e contrasto vero all’illegalità, e con l’amara conseguenza che l’autonomia locale per la programmazione è andata a farsi benedire.
Restiamo in attesa che l’Amministrazione ci presenti il documento di riassetto dell’Area Vigilanza per poter affrontare, insieme, il futuro di un’area sempre più strategica per l’Istituto e per il Paese.
Roma, 14 dicembre 2010
p. il Coordinamento Nazionale FP CGIL INPS
Oreste Ciarrocchi