FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI
Ci trovavamo nel XXX anno dell’era Berlusconi.
Dopo aver imbavagliato la stampa, limitato la magistratura ipnotizzato il popolo con le televisioni, erano riusciti a cambiare la costituzione e ora l’Italia era una monarchia assoluta il cui re, unto dal Signore e voluto dal Popolo, era incredibilmente ancora lui: Silvio I°.
La corte di Silvio primo era contorniata da giullari e ballerine e il prefisso Pier era stato imposto, per editto reale, a tutti i nomi e i cognomi d’Italia al fine di rendere identificabile e unica la pura razza italica.
I Telegiornali continuavano a dare notizie sull’accoppiamento della rana toro e di quanto fosse difficile abbinare un infradito con la borsa da spiaggia senza il giusto smalto delle unghie ai piedi.
Dopo pochi anni dall’innalzamento dell’età pensionabile per le donne statali a 65 anni la stessa norma fu estesa anche alle lavoratrici private ma, per giustificare tale manovra, agli statali fu da prima innalzata l’età a 70 anni dopodiché si decise che potevano tranquillamente restare al lavoro fino alla fine dei loro giorni.
Pierbrunetta 2° fu subito entusiasta della novità e si apprestò a modificare il giuramento che ogni dipendente pubblico era tenuto a fare al momento dell’assunzione inserendo la formula finale: “finchè morte non ci separi”.
La decisione comunque non cambiò molto lo stato dell’arte, visto che i dipendenti pubblici erano costretti, limite d’età o meno, a stare in ufficio fino alla fine, preso atto che avevano i figli cinquantenni, disoccupati, ancora in casa e visto che se andavano in pensione avrebbero preso il 50% della loro retribuzione, peraltro bloccata da un trentennio.
Gli uffici furono attrezzati con bombole d’ossigeno, pappagalli e aste per flebo.
Dipendenti in preda all’alzheimer vagavano persi tra archivi e corridoi…qualcuno non fu mai ritrovato. c’è chi giura di sentirlo di notte vagare nei corridoi della sede mentre urla “datemi la mia pensione” mentre altri giurano di averlo visto al porto di Genova chiedere un passaggio per la Giamaica. Dopo anni di faldoni, scartoffie e carte voleva provare le cartine.
Allo sportello fu aggiunta un’altra faccina alle tre che identificavano il grado di soddisfacimento dell’utenza, questa:
Era collegata direttamente con il 118 (ormai da anni non più servizio pubblico e appaltato a una cooperativa cinese della provincia Qinghai…non arrivava mai in tempo) e l’utente era tenuto a premerla ogni qualvolta l’ottuagenario sportellista crollava aldilà dello sportello……
TI SEMBRA UNO SCENARIO FUTURO TANTO IMPOSSIBILE??
stanno gia’ lavorando per renderlo reale
IL 25 GIUGNO SCIOPERA PER UN FUTURO DIVERSO Dove i lavoratori siano i protagonisti e non le vittime
Roma, 14 giugno 2010
p. il Coordinamento Nazionale FPCGIL INPS
Oreste Ciarrocchi