Il Coord. Nazionale Giustizia Minorile aderisce all’appello “salviamo la legge Gozzini”

18 Luglio 2011

Il Coord. Nazionale Giustizia Minorile aderisce all'appello "salviamo la legge Gozzini"

 
Il Coordinamento Nazionale Giustizia Minorile FP CGIL Comparto Ministeri aderisce all’appello “Salviamo la legge Gozzini”
 

 
Il coordinamento nazionale dei lavoratori della giustizia minorile, aderisce all’appello in difesa della legge Gozzini, legge che ha recepito il dettato Costituzionale che prevede che l’espiazione della pene abbia una finalità rieducativa.
L’adesione del coordinamento giustizia minorile non è un adesione formale, giacché la legge Gozzini, oltre ad avere introdotto numerosi elementi di civiltà nel sistema penitenziario italiano, continua a regolare anche i percorsi rieducativi dei giovani ristretti negli istituti penali per minorenni.
Allo stato la restrizione e la limitazione degli istituti previsti dalla legge avrebbe un influenza immediata anche sul trattamento riservato ai minorenni incarcerati. La soppressione delle previsioni di legge più innovative – permessi premio, liberazione anticipata, affidamento in prova al servizio sociale, priverebbe il sistema penale minorile degli strumenti indispensabili per costruire utili percorsi di reinserimento sociale.
Per quanto riguarda il sistema penale minorile, il problema semmai è quello di dare piena attuazione a quanto previsto nella legge Gozzini e cioè emanare uno specifico ordinamento per i minorenni, con istituti più idonei all’utenza e più aderenti ai principi ispiratori del processo penale minorile.
Non vorremmo che il Parlamento nel modificare il sistema normativo vigente non tenesse conto della particolarità della giustizia minorile. Vorremmo evitare il ripetersi di quanto sta succedendo con il decreto legge sulla sicurezza, laddove, quest’ ultimo, prevede il processo immediato o per rito direttissimo degli arrestati, anche se minorenni, impedendo, di fatto, l’utilizzo degli strumenti del processo penale minorile che si sono mostrati più efficaci a ridurre la recidiva e ad un immediato reinserimento sociale dei giovani. Ci riferiamo in particolare alla sospensione del processo e messa alla prova, che richiede tempi incompatibili con i riti immediati o per direttissima.
Siamo convinti che la sicurezza dei cittadini non si garantisce attraverso leggi più severe, ma fornendo attenzione e risorse al mondo che si occupa dell’esecuzione penale e valorizzando i servizi che lo stesso è in grado di fornire al Paese.
Roma, 25 giugno 2008 

 
 

 
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