Al centro del dibattito ancora una volta la giustizia e questa volta, per mettere fine alle vicende giudiziarie di qualche imputato si parla di ‘tempi brevi dei processi’ per gli incensurati.
E’ però facile dimostrare che non vi è alcuna volontà da parte di questo governo di fare un riforma che serva ai cittadini: nella situazione in cui si trovano gli uffici giudiziari italiani, privi di mezzi e di persone che li facciano funzionare, in piedi solo grazie alla buona volontà di chi ci lavora, nessuna riforma riuscirà mai a rendere un servizio efficiente per la cittadinanza.
Le riforme attuate sino ad oggi dal governo, come quella del Codice Civile e il pacchetto sicurezza, sono riuscite solo ad aggravare la situazione degli uffici giudiziari. Per far funzionare la giustizia sono necessari investimenti sul personale, nuove assunzioni, un modello organizzativo efficace e un progetto di modernizzazione.
E’ ora che il Governo dica la verità sulla mancanza di fondi in cui versa la giustizia oggi e dica la verità anche sui millantati progetti di informatizzazione: i Ministri Alfano e Brunetta pochi giorni fa hanno pubblicizzato il Sistema Informatico Giudici di Pace per gli Affari Civili (SIGP/Web) omettendo però che è stato un brillante esperto informatico che lavora al Giudice di Pace di Palermo a crearlo, con la collaborazione dei suoi colleghi, e l’Amministrazione si è limitata a diffonderlo al resto di Italia.
Questo dimostra che per riformare la giustizia è necessario ascoltare chi negli uffici giudiziari lavora ogni giorno: le proposte contenute nel ‘Patto per la giustizia e per i cittadini’, hanno come obiettivo l’efficacia del servizio ma sono rimaste sino ad oggi inascoltate.
Se l’obiettivo è quello di accelerare i tempi dei processi è giunto il momento di metterle in pratica.
Roma, 11 novembre 2009