Questa mattina, presso l’istituto penitenziario di Roma Rebibbia, si è tolto la vita un Ispettore Superiore della Polizia Penitenziaria, un esemplare servitore dello Stato, un amico; l’ennesimo incomprensibile gesto di una lunghissima sequela di drammi che pare ormai non voglia più arrestarsi nel Corpo di Polizia penitenziaria.
Una tragedia che colpisce duramente le coscienze e impone, almeno in questa fase, il rispettoso silenzio.
E per questo, noi oggi scegliamo di non pronunciarci, di evitare ogni tipo di commento e presumibile spiegazione, preferendo stringerci intorno alla moglie, ai figli e a tutti i cari del collega scomparso e fargli sentire tutta la nostra solidarietà e vicinanza.
Roma, 4 luglio 2008