Contratto unico: dichiarazione stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FPCGIL

18 Luglio 2011

Contratto unico: dichiarazione stampa di Antonio Crispi Segretario Nazionale FPCGIL

Come e quando usciremo fuori da questa crisi del capitalismo, la più grave degli ultimi settant’anni, nessuno ancora lo sa, meno che mai in Italia visto che il nostro Governo in attesa che tutto finisca, non si impegna più di tanto sul come uscirne con più opportunità per il nostro Paese.

Non si può immaginare di trovarsi, nel prossimo futuro, fuori da un’economia di libero mercato, ma che almeno non siano sempre i cittadini a pagare quando la crisi arriva e chi la determina resta sostanzialmente impunito.

I banchieri italiani e gli industriali dovrebbero compiere una rivoluzione prima che economica culturale: rischiare con capitali propri e nello stesso tempo assumersi responsabilità sociali.

Il governo dovrebbe aiutare questo processo con riforme e regolamenti ad hoc.

Può farlo questo Governo? Può garantire un minimo sociale a tutti i cittadini? La risposta è no! Mentre anche gli stati uniti d’America con Obama si convertono, a fronte del cambiamento climatico, ad un futuro basato sulla sostenibilità ambientale il nostro Governo, non tiene in nessun conto la tutela dell’ambiente e la ricerca e lo sviluppo di energie sostenibili e lo stesso Governo che tra l’altro miscela sicurezza e crisi economica per violare i diritti umani.

E’ opportuno aprire con questo Governo un confronto che porti alla riforma del mercato del lavoro e delle tutele sociali per tutti lavoratori, disoccupati e pensionati?

Sono convinto che l’obiettivo del Governo sarebbe non di estendere a tutti ma di sottrarre e ridurre diritti a chi già le ha.

Quali sarebbero gli interlocutori?

Brunetta che ripubblicizza i contratti del pubblico impiego e sospende le RSU?

Sacconi che con il suo libro bianco privatizza i servizi pubblici e in particolare togli ai cittadini il diritto allo studio e alla salute?

Tremonti convertito all’intervento pubblico, dalla crisi, dopo aver teorizzato e praticato, nel precedente Governo delle destre, la sua economia fantasiosa e cartacea, parente stretta dei titoli tossici, solo perché così paghiamo tutti?

Il leghista Bossi che sta scaricando su tutto il Paese, una riforma fiscale senza ne testa né coda?

Il buon Berlusconi (per chi immagina una vita facile come velina o deputata) che non vuole nè vincoli legali nè morali?

Quale opposizione sosterrebbe un processo così importante d’estensione dei diritti a tutti? Solo un’opposizione di sinistra che mette al centro del suo agire culturale, politico e sociale il mondo del lavoro.

Il contratto unico diventerebbe l’atto attraverso il quale non saremmo più tutti uguali rispetto ai diritti del lavoro, ne saremmo uguali rispetto alle retribuzioni.
L’Art.18 della legge 300 sarebbe tra i primi diritti ad essere sacrificato sull’altare di una politica dello scambio, visto il dibattito attuale e le disponibilità in campo che si leggono tra le righe.

Tutti riconoscono dalla Banca D’Italia al Presidente della Repubblica che, spesso ricorda al Paese, come la coesione sociale sia, oggi, la priorità dalla quale partire per modificare profondamente il mercato del lavoro e la qualità del lavoro, se così è, ciò non può presupporre uno scambio tra lavoro e pensioni, come pretende Confindustria.

Nessuno scambio e proponibile tra contratto unico e diritti.

Nel pubblico impiego il contratto della Sanità e degli Enti Locali sono stati firmati entrambi anche della Fp Cgil.

Una novità politicamente rilevante, dopo la firma separata dei contratti dei Ministeri e delle Funzioni Centrali, ciò dimostra che quando il contenzioso è il merito e non ideologie preconcette contro di noi la Cgil sa assumersi le sue responsabilità.

Non vi è dubbio, però, che una stagione contrattuale è finita.

La contrattazione che si è svolta per il contratto degli Enti locali ha evidenziato tutti i suoi limiti ed alcune novità.

Il biennio economico 2008/09 e stato sottoscritto con ritardo.

Il contratto economico-normativo 2006/2009, come altri, si è chiuso senza la possibilità di poter discutere la parte normativa e meno che mai di qualità dei servizi e del lavoro, al di là della becera propaganda del Ministro Brunetta.

Durante il confronto l’intrusione del Governo e la pressione esercitata dallo stesso sull’Agenzia dell’Aran ha messo in serio rischio la sottoscrizione della pre-intesa.

Il ruolo svolto da, Regioni Province e Comuni, è d’annoverare tra le novità positive del confronto unitamente alla tenuta delle Organizzazioni Sindacali.
Senza dimenticare che la pre-intesa firmata sarà sottoposta alla consultazione certificata dei lavoratori.

Il decreto attuativo della legge 15 aggrava il quadro di riferimento, non affronta i limiti ed il loro superamento, fino ad annullare la contrattazione e la rappresentanza dei lavoratori.

Non siamo di fronte ad una contrattazione riformata, ma al suo annullamento.

Il nostro primo compito è di combattere quel decreto attraverso l’unità con Cisl e Uil e l’alleanza con gli Enti Locali, che, come noi, hanno tutto l’interesse di fornire servizi ai cittadini, con i quali dobbiamo sviluppare un patto per avere servizi di qualità, aumentando la produttività e la professionalità dei lavoratori pubblici.

Così come abbiamo scritto e sottoscritto con il precedente Governo, Regioni, Province e Comuni nel Memorandum, troppo presto dimenticato da tutti, forse, anche da noi.

Per annullare gli effetti della legge 15 e il suo decreto attuativo, non c’è dubbio che dobbiamo interloquire con la politica e le istituzioni, per chiedere l’annullamento di quella legge anche attraverso un referendum se vogliamo salvaguardare la contrattazione.

Abbiamo bisogno, da subito, soprattutto della mobilitazione dei lavoratori e cittadini per renderli protagonisti di una stagione che ponga al paese di affrontare, sia scelte difficili sia per proporre una visione della società e del mondo del lavoro che dia futuro ai lavoratori, giovani, donne, precari, disoccupati, migranti che sono il nerbo della società d’oggi e di domani.

Roma, 8 Giugno 2009

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