La situazione che si è venuta a creare dopo l’intervento dei carabinieri è giunta ad un punto per il quale una riflessione è necessaria.
In primo luogo i carabinieri hanno contestato alla Coni Servizi e alle FSN la illecita somministrazione di manodopera.
Tale accusa secondo il giudice delle indagini preliminari era fondata infatti, sempre secondo il giudice, non risulterebbero sussistere i requisiti che rispettano l’art. 30 della legge 276/2003.
La disamina del magistrato però si spinge oltre e, attraverso una analisi dell’evoluzione del rapporto di lavoro presso il Coni prima e Coni Servizi poi, conclude che non vi è reato perché le norme che si sono succedute, per quanto anomale, avevano lo scopo di portare, gradualmente, in accordo con le OO.SS., al passaggio del personale da un ente pubblico ad altra collocazione lavorativa. Il magistrato fissa anche un termine per il cambio di rapporto di lavoro al 31.12.2012 ricavandolo dalla legge 17/2007 , fino a quel momento non ci sarà quindi reato perché Coni Servizi e Federazioni hanno operato rispettando la legge.
A dire il vero, il magistrato ha compiuto un errore nella lettura della norma che richiama per fissare il termine citato perché come ognuno ricorderà la possibilità di ricorrere alla mobilità verso il pubblico era riservato al personale che proveniente da Coni Servizi fosse transitato presso le FSN e successivamente posto in esubero. Si apre qui un delicato punto giuridico se cioè la lettura imprecisa fino allo stravolgimento, di una norma possa produrre effetti che la norma stessa non aveva previsto. Ma non è questo il punto, ora. Il punto è rappresentato dal fatto che nella ipotesi meno favorevole il contratto è vivo e vegeto e i suoi effetti e le sue scadenze non sono messi in discussione.
Il rifiuto da parte della nostra organizzazione di ridiscutere i termini e le scadenze del contratto sulla base dell’intervento dei Carabinieri è stato quindi giusto.
Fin qui la vicenda carabinieri, si potrebbe dire terminata come doveva.
Su questa vicenda si innesta l’emendamento proposto dal senatore Barelli approvato dal Senato della Repubblica nel provvedimento chiamato mille proroghe, tale emendamento ha almeno due aspetti che hanno rilevanza sul rapporto di lavoro.
Primo effetto dell’emendamento Barelli una norma contro la stabilizzazione dei precari.
Il senatore Barelli con grande enfasi vanta come successo la possibilità per le FSN di assumere nuovi collaboratori per le attività amministrativo gestionali.
Prima di pensare a nuove assunzioni di collaboratori perché non si stabilizzano gli odierni collaboratori? Alle federazioni non bastano i precari storici, ne vogliono assumere altri?
Con quali soldi?
C’è anche una seconda parte dell’emendamento Barelli diremmo più succosa e che ha suscitato giustamente molto interesse, essa riguarda il destino del personale Coni Servizi presso le FSN, ebbene l’emendamento sostiene che questo personale resta presso le federazioni per il buon andamento delle stesse. Che significa? Come si lega la permanenza del personale ex Coni presso le Federazioni con l’opportunità di assumere altri collaboratori per attività amministrativo gestionali?
Si vuole ancora una volta privilegiare la conoscenza rispetto alla competenza, si vuol costruire un recinto di falsa stabilità?
Ricordiamo che il senatore Barelli presidente della federnuoto, come tutti gli altri presidenti di federazione è firmatario del contratto di lavoro, se il contratto non andava bene, avrebbe potuto porre il problema nell’ambito della delegazione di parte datoriale e ci saremmo tutti risparmiati un sacco di tempo e discussioni
Ricapitoliamo: secondo il giudice in virtù della particolare vicenda normativa che ha interessato il Coni le Federazioni e la nascita di Coni Servizi, il personale ex Coni ora Coni Servizi presso le Federazioni si trova legittimamente presso le stesse fino al 2012; secondo l’emendamento Barelli il personale ex Coni ora Coni Servizi in attività presso le Federazioni deve rimanere li per il buon andamento delle stesse. Bene, lo abbiamo sostenuto a lungo, mentre la politica stava zitta e i Presidenti di federazione pure, ma con quali regole? Sarà possibile la mobilità verso la Coni Servizi? In realtà dal tenore della norma si capisce che se uno sta in un posto perché altrimenti succede un disastro evidentemente non può andarsene, fatti salvi i casi di dipartita naturale e l’emendamento non nomina neanche lontanamente l’intervento delle OO.SS..
Ma la questione è ancora più grande. Il piano industriale di Coni Servizi, quello contro il quale ci siamo mobilitati e abbiamo scioperato a questo punto, se l’emendamento Barelli diventa legge, deve essere ridiscusso e ridefinito e diventa chiaro a tutti che il mondo dello sport ha bisogno di una riforma organica nella quale sia inserita anche la partita del Coni e di Coni Servizi, dei finanziamenti e delle regole, della valorizzazione professionale di tutti quei lavoratori e lavoratrici che tutti i giorni rendono possibile lo sport per tutti e quello di alto livello. La pratica degli emendamenti serve a lotte di potere che non portano bene ne allo sport e neanche ai lavoratori. Non vogliamo che i lavoratori siano tirati ora da una parte ora dall’altra per scopi che non sono chiari.
Alla società chiediamo che formalmente fornisca una informazione chiara a tutti i lavoratori che ingiustamente in questi ultimi tempi hanno subito, anche troppo, interventi estranei al rapporto di lavoro.
Roma, 19 febbraio 2009
per FP CGIL Funzioni Centrali
Cosimo Arnone