Il prossimo 19 maggio il Ministro delle Finanze Tremonti celebrerà a Roma in Campidoglio il decennale della nascita delle Agenzie Fiscali, che non ha mai amato e non perde occasione per delegittimare: nel cosiddetto decreto sviluppo, di imminente emanazione, si introducono norme che depotenziano le attività di controllo, la mission principale dell’Agenzia delle Entrate, la ragione vera della sua nascita.
L’evasione fiscale, da comportamento illecito da perseguire e condannare, diventa volano della auspicata ripresa economica. Gli evasori fiscali, nella ” finanza creativa” del Ministro, diventano i nuovi soggetti da tutelare e garantire, saranno loro, con le risorse sottratte alla collettività, allo stato sociale, a far ripartire i (loro) consumi: un insulto per tutti i cittadini onesti, lavoratori e pensionati, che pagano le imposte fino all’ultimo centesimo.
Compito dell’Agenzia delle Entrate sembrerebbe quello di non ostacolare questo progetto, anzi! Il Direttore Befera ha immediatamente inviato una circolare ai dipendenti dell’Agenzia dal tono intimidatorio verso quei funzionari troppo zelanti nella propria attività, orgogliosi di svolgere un lavoro utile per la collettività, di mettere la loro professionalità ed onestà al servizio dello Stato, attuando quanto previsto dall’art. 53 della Costituzione: Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Questa dedizione al lavoro sembra quasi suscitare “sconcerto” nel Direttore, che sensibile alle doglianze degli evasori fiscali, dà l’impressione quasi di “apparentare l’attività dei verificatori a quella di estorsori”, e di criminalizzare l’intera categoria.
E’ questa criminalizzazione il vero danno di immagine inferto all’Agenzia.
L’affermazione “se un accertamento non ha solido fondamento, non va fatto“, oltre ad inibire l’attività del funzionario, sembra disconoscere che l’attività di controllo viene pianificata dal Direttore di concerto con i dirigenti di area. La scelta degli accertamenti è dettata da criteri di proficuità per contenere al massimo i ricorsi in commissione tributaria. La diminuzione dei ricorsi presentati e la maggiore imposta accertata e riscossa sono la dimostrazione della professionalità dei funzionari.
Quella che può essere letta come una minaccia di sanzionare il verificatore scrupoloso e attento comporterà l’immediata diminuzione del numero delle verifiche, facendo venir meno l’effetto deterrente e indebolendo proprio quella tax-compliance che l’Agenzia a parole dichiara di voler perseguire.
È compito dell’Amministrazione vigilare e condannare eventuali illeciti compiuti dai lavoratori, non sarà la CGIL a criticare ciò; quello che non possiamo tollerare sono gli insulti ai lavoratori, le diffamazioni, scientemente utilizzati per fini politici: fannulloni per Brunetta, ” troppo produttivi” per Tremonti.
Come in un famoso romanzo di Dostoevskij, il Ministro delle Finanze Tremonti è ossessionato dal suo sosia, il dr. Giulio, consulente fiscale e tributarista.
Nel 1997 nel libro Lo Stato criminogeno,il dr Giulio si poneva l’amletico dubbio ” se è crimine più grave violare o applicare la legge “, per un ultraliberista come lui, accecato dal furore antistatale, la risposta era scontata.
Nel 2008 il Ministro delle Finanze Tremonti di fronte alla grave crisi economica propose, facendo una scelta ultrastatalista, il controllo delle banche da parte dei prefetti.
Il Ministro delle Finanze Tremonti predica il rigore, la necessità di tenere i conti pubblici in regola, si appresta a varare nei prossimi anni manovre economiche per circa 40 miliardi di euro,tagliando ulteriormente risorse alla sanità, alla scuola pubblica.
In Italia l’evasione fiscale ammonta a circa 120 miliardi di euro, una vera lotta all’evasione fiscale garantirebbe un futuro al nostro paese.
Il dr Giulio sembrerebbe impedire che questo avvenga.
Roma, 9 maggio 2011
CGIL FP NAZIONALE
Comparto Agenzie Fiscali
Luciano Boldorini