Agenzia del Territorio – Ordine del giorno assemblea Agenzia Territorio UP di Bari

18 Luglio 2011

 

Ordine del giorno assemblea Agenzia Territorio UP di Bari

 
I lavoratori dell’Ufficio Provinciale di Bari dell’Agenzia del Territorio, il giorno 5/10/2010 riuniti in assemblea convocata dalla FP CGIL, approvano all’unanimità il seguente o.d.g.:
Ogni mattina, approntandosi per la giornata di lavoro, pensiero ricorrente dei lavoratori dell’Ufficio Provinciale di Bari è il perché di un’involuzione professionale che pregiudica la cosiddetta “PERFORMANCE”, termine tanto a cuore all’amministrazione centrale.

E’ legittimo chiedersi se e come ci si è rifatti ai processi attuativi indicati dalla direzione centrale, in che modo la dirigenza ha operato per la crescita della produttività e della professionalità necessarie ad adeguare l’offerta di servizi all’attuale richiesta dell’utenza, dove sono i percorsi formativi aperti a tutti i lavoratori che vogliono contribuire al rilancio, percorsi che dovrebbero essere del resto concertati con le organizzazioni sindacali.
E’ vero che spesso le buone idee strada facendo possono in qualche misura sfarinarsi, ma certo nell’Ufficio di Bari il fenomeno tocca picchi altissimi, e chi ne ha la responsabilità?

L’organizzazione del lavoro è un argomento che a Bari, malgrado le pressanti richieste della parte sindacale tutta, al di là di qualche confronto di facciata, è tabù nei fatti e nella sostanza:

  • sporadici ordini di servizio emanati dai dirigenti quasi mai recapitati alle organizzazioni sindacali;
  • mancanza assoluta di informazione sui corsi di formazione, che pure è un cavallo di battaglia per l’amministrazione laddove si parla di professionalità e competitività;
  • mancanza di concertazione su qualsiasi argomento che si rifletta sul rapporto di lavoro (del resto senza informazione preventiva è ovvio che non può esserci concertazione);
  • ingiustificate penalizzazioni quotidiane ai singoli lavoratori che si trovano nell’impossibilità di usufruire di tipologie di orario di lavoro, seppur previste dal CCNL delle Agenzie Fiscali e ampiamente diffuse in tutti gli uffici provinciali d’Italia, che sono organiche alle esigenze personali e familiari, in evidente controtendenza rispetto a quello che accade dappertutto e con grave disagio per soggetti che dovrebbero essere tutelati (vedi le lavoratrici madri, i genitori con figli in età scolare, le distanze e il traffico della città metropolitana dell’ufficio, la mancanza di parcheggi, ecc..).

Il tutto all’interno di una struttura (il palazzo delle finanze) che dal lontano 2001 ha intrapreso lavori di ristrutturazione e adeguamento interrotti nel 2006 e mai più ripresi, con tutte le problematiche che un ufficio non ultimato presenta e con le conseguenti ed evidenti ripercussioni sulla continuità e la produttività. Naturalmente questi aspetti non sono tenuti nel giusto conto in sede di determinazione degli obiettivi con ripercussione sul reddito dei lavoratori dell’Ufficio che sono pertanto ulteriormente penalizzati rispetto al resto d’Italia.

A ciò si aggiunga la convinzione diffusa che chi deve mettere in atto le norme che governano i rapporti di lavoro ne ha in realtà una conoscenza precaria, provocando perciò perpetue e stantie discussioni sull’interpretazione di tali norme e quindi laceranti scontri con la parte sindacale.

E’ ORA DI DIRE BASTA! Noi lavoratori chiediamo alle superiori direzioni di farsi carico delle proprie responsabilità e di avviare da subito un percorso nuovo che si caratterizzi per efficienza, concretezza, efficacia, senza i soliti scaricabarili su presunte responsabilità dei lavoratori (accusa di comodo questa che ha già fatto troppi danni in passato e che giorno per giorno viene dai fatti, spesso e volutamente taciuti, rispedita al mittente), ma attuando tutte le procedure, le disposizioni e le norme previste e di concerto con le organizzazioni sindacali. DICIAMO CHE E’ ORA di adoperarsi per creare un clima in cui rimboccandoci le maniche si lavori tutti verso un unitario obiettivo. Noi siamo pronti, aspettiamo che lo sia anche la dirigenza.

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