Capisco che al grido di “dagli addosso all’untore” in cui l’untore non è mai il potente di turno ma sempre il lavoratore dipendente, in questo caso pubblico, sia ormai uno sport nazionale.
I luoghi comuni però andrebbero, verificati prima, ed evitati poi, per amor “di cronaca”.
Le cosiddette gratifiche su cui oggi il Corriere della Sera si applica in prima pagina riguardano in realtà la stipula del biennio contrattuale “2006/2007” firmato solo l’ 11 Aprile 2008 e reso esigibile a Maggio, quando era ormai abbondantemente scaduto.
Nel frattempo dal 2001 il potere d’acquisto dei salari e degli stipendi è stato fortemente ridimensionato e una “generosissima inflazione” , questa si, “uguale per tutti”, non garantisce più nemmeno la terza settimana.
La cronaca dovrebbe parlare degli stipendi medi degli Enti Locali , non superiori a 1.100 euro mensili; dell’aumento complessivo del biennio 2006-2007 di 101€ di cui parte destinati alla contrattazione di secondo livello.
Dovrebbe ancora dire che i parametri “virtuosi” non sono stabiliti dal contratto ma dalla legge finanziaria, e che le somme destinate alla contrattazione di secondo livello, devono ancora essere definite e chissà se e quando, verranno contrattate, in ogni Ente e che comunque saranno destinate al merito e alla produttività.
La verità e che solo le organizzazioni sindacali si sforzano di applicare il Memorandum sul Pubblico Impiego che mette in relazione merito produttività e qualità dei servizi resi ai cittadini.
Forse se la cronaca facesse meno scandalismo a buon mercato sulle gratifiche e sui fannulloni e tutti insieme si lavorasse per avere servizi puntuali, di qualità e lavoratori motivati, ognuno darebbe il proprio contributo per rendere migliore il nostro Paese.
Roma 6 Maggio 2008