Roma,
20 aprile – Anaste, l’associazione nazionale che rappresenta le imprese
private di assistenza residenziale agli anziani, sottoscrive ‘contratto
nazionale pirata’ con sindacati non rappresentativi. A farlo sapere è
la Fp Cgil Nazionale denunciando “un fatto molto grave non solo perché
il contratto, che interessa una platea di oltre 15 mila lavoratori, è
peggiorativo per le lavoratrici e per i lavoratori interessati ma anche
perché Anaste con questa scelta disconosce l’accordo sulla
rappresentanza sottoscritto con Confcommercio, l’associazione di
rappresentanza alla quale aderisce”.
Si chiude così, secondo la
Funzione Pubblica Cgil, “per sola responsabilità di Anaste ogni
possibilità di ripresa del confronto per il rinnovo del contratto
nazionale, con la scelta scellerata di sottoscrivere un rinnovo con
sindacati scarsamente rappresentativi, quali Ciu, Snalv Confsal, Confsal
e Confelp, tagliando così fuori Cgil, Cisl e Uil”. Una vertenza, quella
per il rinnovo, che ricorda la Fp Cgil “ha visto anche una
straordinaria giornata di sciopero nazionale, lo scorso 27 marzo, contro
le inaccettabili proposte di Anaste. Le stesse invece messe nero su
bianco nel contratto pirata”.
Di fatti, la Fp Cgil, nell’analisi
del testo ‘pirata’ sottoscritto, evidenzia diverse criticità. “Nel
merito – spiega la categoria dei servizi pubblici della Cgil – si
confermano le richieste avanzate da Anaste al tavolo di confronto,
ovvero quelle che hanno provocato la rottura delle trattative, come, ad
esempio, la conferma solo surrettizia dell’orario a 38 ore, vista la
facoltà del datore di lavoro di programmare servizi su 40 ore”. Il
tutto, aggiunge la Fp Cgil, “retribuendo le 2 ore in più con una
maggiorazione omnicomprensiva del 10%, senza che siano considerate
lavoro supplementare o straordinario. Inoltre nel contratto ci sono
interventi peggiorativi sulla retribuzione della malattia,
l’abbassamento dei permessi di riduzione oraria (Rol), la soppressione
della quattordicesima per i nuovi assunti e la riduzione a 50 ore dei
permessi per il diritto allo studio”.
Ancora, per la categoria,
il nuovo contratto “interviene pesantemente anche nel campo delle
relazioni sindacali, prevedendo la nomina del delegato unico aziendale,
effettuata di concerto dai soggetti firmatari del contratto, e demanda a
livello aziendale materie importanti come la eventuale assistenza
legale dei dipendenti o la retribuzione della reperibilità, che, in
assenza di accordo, deve essere effettuata senza alcuna indennità.
Infine non viene riconosciuta nelle declaratorie la figura
dell’Operatore socio-sanitario (Oss)”. Sul fronte economico, infine,
“gli incrementi salariali, dopo un’attesa di 8 anni, vanno da 32,34 euro
lordi per il primo livello a 53,18 euro lordi per i quadri, mentre
niente è previsto a copertura degli anni precedenti”.
In sintesi,
quindi, “è del tutto evidente che con l’aumento di 2 ore dell’orario
settimanale, gli interventi su malattia e permessi e l’aumento tabellare
irrisorio a distanza di 8 anni, il costo del contratto è completamente
autofinanziato dai lavoratori”. Per chiudere, l’accordo tra Anaste e
sindacati definiti non rappresentativi nel settore, disconosce l’accordo
sulla rappresentanza a suo tempo sottoscritto tra Cgil, Cisl e Uil e
Confcommercio, l’associazione di rappresentanza alla quale aderisce. La
Fp Cgil denuncia quindi “un contratto che non solo peggiora le
condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori ma, allo stesso tempo,
interviene pesantemente sulla qualità dei servizi. Per queste ragioni –
conclude la Fp Cgil – metteremo in campo tutte le azioni necessarie
perché questo contratto pirata, del tutto illegittimo, non trovi
applicazione”.