Roma, 11 giugno 2014
Al centro del documento presentato oggi alla stampa dai sindacati, l’idea che la Pubblica amministrazione abbia bisogno di un cambiamento vero. “Non dell’ennesima riforma di facciata, ma di una riorganizzazione profonda che punti all’eccellenza e faccia del settore pubblico il presupposto dello sviluppo economico e sociale del Paese”.
“Oggi la percezione diffusa è quella di una presenza massiccia della sfera pubblica in termini di spesa e quindi di tasse, che però non si traduce in un ritorno in termini di servizi” avvertono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Uil Pa. “E in mezzo a tante riforme tentate o annunciate, è mancata una visione complessiva sulle funzioni e sui compiti della pubblica amministrazione che vogliamo”.
“Una riforma della Pubblica amministrazione che voglia essere il motore di un Paese avanzato deve definire gli orizzonti strategici: quale sanità, quali servizi sociali, quale giustizia, quale valorizzazione dei beni culturali, quale istruzione, quale ricerca, quali politiche del lavoro deve essere in grado di realizzare” si legge ancora nel documento. E su queste linee occorre riorganizzare il modello di welfare: “A partire dai contratti di lavoro, ma anche dalla semplificazione amministrativa e normativa, dalla costruzione delle reti territoriali e dei punti di accesso unificato per cittadini e imprese, dalla razionalizzazione che taglia la spesa cattiva e innova i servizi. E poi dall’investimento nelle competenze, da una diversa gestione degli organici, dagli strumenti della flessibilità che migliorano la produttività e i servizi, dalla valutazione che premia i risultati, da un modello più avanzato di dirigenza responsabile, meno dirigenti, nuove assunzioni per favorire l’ingresso dei giovani nella P.A. ed il pensionamento dei dipendenti che svolgono mansioni usuranti.”
E’ questa la controproposta unitaria che le quattro categorie del pubblico impiego porteranno al governo domani, in particolare al ministro per la Pa Marianna Madia, che li ha convocati a Palazzo Vidoni.