COMUNICATO AI LAVORATORI DELLA DIFESA
Il nostro intervento in Commissione Difesa i relazione all’Atto del Senato 3271 ddl di revisione dello strumento militare ha toccato vari aspetti che di seguito illustriamo sinteticamente.
Il Ministero della Difesa è stato interessato dal 1994 da una ristrutturazione che non ha precedenti nella Pubblica Amministrazione, le diverse compagini governative hanno tutte emanato provvedimenti di riorganizzazione/ristrutturazione/soppressione mutando di volta in volta gli assetti del Ministero. Tali provvedimenti, a volte anche rivisti, hanno comportato per il personale civile operante nelle varie Aree del Ministro (tecnico-ammi.va- tecnico industriale-tecnico operativa), una consistente riduzione delle dotazioni organiche che si traduce in termini numerici da 50.250 unità alle attuali 30.380.
L’abbattimento delle dotazioni organiche non ha significato SOLO una semplice riduzione numerica, ma ha dato l’avvio ad una sistematica RIDUZIONE DELLA PRESENZA CIVILE rendendo meno efficace la tutela di democrazia in tale dicastero.
Ma soprattutto ha significato la lenta ed inesorabile perdita di professionalità specifiche, presenti solo in questa Amministrazione, non sostituite causa il blocco del turn over.
Non solo, per le continue riorganizzazioni, il personale civile è stato costretto a processi di reimpiego presso altri Enti dell’Amministrazione Difesa e a riconversioni professionali dovute anche alla selvaggia esternalizzazione di alcuni servizi causando la perdita di professionalità tecniche.
L’abbattimento dell’organico di personale civile in termini percentuali ha raggiunto ormai il 40%.
Il provvedimento che è ora all’esame della Commissione Difesa del Senato (AS472), predispone un organico di personale civile che si attesta a 30381 dipendenti (riduzione di 1385 unità appartenenti alla II Area e 1636 unità appartenenti alla III Area)con il quale, l’Amministrazione Difesa ha previsto una riduzione della spesa complessiva relativa ai posti in organico che è pari a BEN OLTRE il 10% previsto dalla normativa vigente.
Non ci spieghiamo tale solerzia da parte della Difesa!!
Per questo motivo nel corso dell’audizione abbiamo chiesto che i provvedimenti in esame in Commissione(AS3271 e AS472) siano trattati contemporaneamente.
Ciò che non condividiamo è che si è giunti alla data del 1 luglio 2011 ad un dato reale di presenze effettive di 29646 unità inferiore del 41% rispetto all’organico del 1997, con un organico formale quasi coincidente con le presenze effettive e tutte le conseguenze che comporteranno un’eventuale ulteriore riduzione.
Il disegno di legge delega, come già precisato in un nostro precedente comunicato, prevede una profonda rivisitazione dell’intero SISTEMA DIFESA.
Pertanto il nostro giudizio, pur condividendo la necessaria e più volte sottolineata modifica dell’aspetto strutturale delle FF.AA. generante sovrapposizione di funzioni, è NEGATIVO.
Manca qualsiasi presupposto futuro per il personale civile, nessuna indicazione del RUOLO all’interno del Ministero.
Tagli giustificati da una politica di spendine review che riguarderanno le sole politiche del personale.
Nella previsione di riduzione anche del personale militare, abbiamo evidenziato la sostanziale differenza di trattamento tra personale militare e civile, con una marcata accentuazione di tutele previste per il solo personale militare.
Abbiamo ribadito che non consentiremo una Riforma di tale portata, senza aver riconosciuto il competente ruolo delle organizzazioni sindacali in questo processo di riorganizzazione.
Così come la nostra rivendicazione per l’Area industriale è stata precisa nel richiedere, chiarezza ed esposizione di piani industriali per gli Stabilimenti della Difesa.
La mancanza di un solo accenno a tale Area, denota a nostro avviso, una precisa scelta politica che vuole attuare una revisione dello strumento militare in un’ottica di SOLA OPERATIVITA’, nell’unico apparato produttivo PUBBLICO esistente.
L’incongruenza della scelta operata si evince dalla mancata individuazione della quantificazione dei risparmi e della loro allocazione, rispetto all’intero disegno di Riforma.
Tanto più che la riduzione dei costi giustificata da un’eccessiva percentuale di spesa corrente del bilancio della Difesa, non comprende come espresso in sede di audizione, i costi delle spese militari le quali gravano com’è noto, sui bilanci di altri Ministeri.
Ci riserviamo di fornire ulteriori notizie in merito all’iter procedurale degli Atti del Senato, impegnandoci fin da ora a fare il punto della situazione insieme a CISL e UIL, al fine di predisporre iniziative di mobilitazione del personale civile.