PROGETTO DI LEGGE BERSANI
Abolizione del PRA. Troppe domande finora senza risposte
Per favore, meno superficialità
L’ultimo progetto di legge Bersani prevede, tra le altre misure, l’abolizione del PRA (pubblico registro automobilistico, ndr) e la messa in mobilità di circa 3000 tra lavoratori e lavoratrici.
Ci piacerebbe che di questo provvedimento si parlasse con meno superficialità e con maggiore cognizione di causa. Così come ci saremmo aspettati che, riguardando anche il lavoro di tante persone, il ministro rispondesse alle nostre richieste d’incontro, visto che non ha pensato di farlo prima e, nonostante, il 18 gennaio il governo avesse sottoscritto, con il sindacato, il Memorandum sul lavoro pubblico.
La FP–CGIL ha sempre chiesto la razionalizzazione dell’intero, complesso, settore del trasporto terrestre, con l’obiettivo di una più efficace tutela dei diritti degli utenti, attraverso una riorganizzazione delle competenze, oggi suddivise tra più soggetti, un ordinato ed efficiente sviluppo del settore ed una semplificazione delle procedure per il cittadino, con la conseguente riduzione dei costi. In questa logica abbiamo sostenuto l’introduzione dello Sportello telematico per l’automobilista, che ha consentito ai cittadini di avere prestazioni celeri e molteplici punti di accesso. In questa logica i lavoratori sono in grado di presentare ulteriori proposte.
Nulla si dice di tutto questo nel provvedimento, che ad oggi circola in bozza. Non si chiarisce se il mutamento della natura giuridica del veicolo porta all’abolizione dell’imposta di trascrizione, visto che il costo dell’autentica del notaio era già stato eliminato. Non si chiarisce come si interviene sulla registrazione del veicolo, indispensabile per la tutela del singolo cittadino e per questioni di sicurezza. Non si chiarisce dove vanno a finire altre funzioni pubbliche svolte dall’ACI, per noi di estrema importanza, quali ad esempio, i progetti di educazione stradale. Anche per questo abbiamo chiesto all’ente una verifica delle funzioni esternalizzate in questi anni. Sempre nella logica del Memorandum che valorizza il lavoro pubblico quale luogo di garanzia dei diritti dei cittadini.
Se non arriveranno risposte a queste domande e a queste proposte, i lavoratori si mobiliteranno per difendere il loro lavoro.
Alfredo Garzi
Segretario Nazionale FP CGIL