Estonia – Una serie di misure di bilancio, destinate dapprima a congelare e in seguito a ridurre i costi di personale, è stata varata dal governo estone nell’aprile del 2008, con la decisione di bloccare i salari nel 2009 e nel 2010. A tali misure sono seguite riduzioni delle retribuzioni dell’8% nel luglio 2008, del 10% nel febbraio 2009, dell’8% nel giugno 2009 e del 9% per il 2010. Ne consegue che la massa salariale totale del 2010 è inferiore del 15% rispetto a quella del 2008. (150.000 dipendenti pubblici)
Grecia – Le misure sono iniziate nel novembre del 2009 con il congelamento degli stipendi pubblici superiori a 2.000 euro mensili. Nel gennaio del 2010 vi è stata una riduzione del 10% delle prestazioni sociali, mentre nel marzo 2010 tale riduzione è salita al 12% e la quattordicesima mensilità è stata decurtata del 60%. Quest’ultima misura è stata applicata anche ai dipendenti delle aziende di Stato, cui è stato inoltre imposto un taglio dello stipendio del 7%. A maggio, con l’intervento del FIM e di altre istituzioni finanziarie, i tagli al salario indiretto sono passati dal 12% al 20%, mentre la tredicesima e la quattordicesima mensilità sono state ridotte a tre versamenti forfetari (importo complessivo pari a 1.000 euro) e interamente soppresse per i dipendenti con stipendio mensile superiore ai 3.000 euro. (760.000 dipendenti pubblici)
Irlanda – Nel febbraio del 2009, il governo ha annunciato di voler annullare l’incremento del 3,5% programmato per settembre dello stesso anno e di voler imporre a tutti i dipendenti pubblici una tassa media sulle pensioni del 7,5%. Nel dicembre del 2009, il governo irlandese ha introdotto nuovi tagli alle retribuzioni, anche in questo caso senza riuscire a raggiungere un accordo con i sindacati. I funzionari pubblici si sono visti così decurtati gli stipendi di almeno il 5%, con percentuali maggiori per gli stipendi più alti (pari ad una riduzione del 6% sugli stipendi medi del settore pubblico). (350.000 dipendenti pubblici)
Lettonia – La crisi è iniziata nell’ottobre del 2008, con un intervento quasi immediato del FMI e dell’Unione europea. Il governo lettone ha accettato di ridurre i salari del 15% nel 2009, prevedendo tuttavia misure a tutela dei salari più bassi. L’elevato numero di dipendenti interessati da tali misure di protezione, tuttavia, ha fatto sì che gli effetti dei tagli fossero inferiori alle previsioni e nel mese di giugno è stato adottato un secondo pacchetto di provvedimenti che ha portato a riduzioni del 20% sui salari più alti e del 15% su quelli più bassi. Sono state inoltre abolite diverse gratifiche e vi è stato un massiccio ricorso ai congedi non retribuiti. (315.000 dipendenti pubblici)
Lituania – Il programma anticrisi del governo lituano è stato approvato nel dicembre del 2008, con una riduzione salariale media del 12% che ha interessato la maggior parte degli addetti. Nel maggio del 2009, la massa salariale è stata ridotta di un ulteriore 11,2%, con una riduzione delle mensilità addizionali e dei salari supplementari e l’introduzione del congedo non retribuito. Di fronte all’opposizione delle forze sindacali, il taglio del 10% del salario di base previsto per l’agosto del 2009, pur essendo mantenuto, è stato ridistribuito applicando una riduzione del 5% del salario di base cui sono stati aggiunti tagli più consistenti su altre prestazioni. Previa concertazione, nell’ottobre del 2008 il governo, i sindacati e i datori di lavoro hanno siglato un accordo che ha confermato i tagli annunciati. Nel giugno del 2010, le riduzioni salariali inizialmente previste sino alla fine del 2010 sono state prorogate a tutto il 2012. (340.000 dipendenti pubblici)
Portogallo Il primo ministro portoghese, ha annunciato il 29 settembre 2010, una riduzione media del 5 % dei salari dei funzionari pubblici nel 2011. Il Parlamento portoghese aveva approvato in giugno un pacchetto di austerity per ridurre il deficit al 7,3% del Pil nel 2010 e poi al 4,6% nel 2011, dal 9,4% del 2009. Il Portogallo puntava a risparmiare 2 miliardi di euro nel 2010 e 4,5 miliardi di euro l’anno prossimo. Il taglio dei salari pubblici sarà progressivo e si concentrerà sugli stipendi superiori ai 1500 al mese. I salari sopra i 1500 e fino a 2000 avranno un taglio del 3,5 per cento, mentre oltre i 200 euro il taglio sarà del 10%. Josè Socrates ha annunciato inoltre il congelamento delle promozioni e delle progressioni di carriera, il congelamento delle pensioni pubbliche e private, il divieto di cumulo tra salari e pensioni. In aggiunta alle misure previste per il prossimo anno, il contributo per la cassa pensioni dei dipendenti pubblici aumenterà di un punto percentuale (dal 10 all’11%, raggiungendo la stessa percentuale dei contributi per i privati).
Repubblica Ceca -Nel settembre 2010 il governo ha annunciato il piano di tagliare i salari dei dipendenti pubblici del 10%.
Romania – I tagli ai salari e l’indebolimento delle condizioni lavorative nel settore pubblico sono iniziati nell’aprile del 2009, con l’introduzione di un pacchetto di misure concordate con il FMI. Nell’ambito del nuovo sistema retributivo unificato della funzione pubblica, gli incrementi salariali promessi vengono annullati e la maggior parte delle gratifiche e dei premi vengono soppressi o consolidati nel salario di base e spalmati su tre anni. Nell’agosto del 2009 sono stati annunciati ulteriori tagli a gratifiche e integrazioni salariali. I lavoratori, inoltre, sono stati obbligati a prendere due settimane di congedo non retribuito nel periodo ottobre dicembre 2009. Nel maggio del 2010, il governo ha introdotto in via transitoria una riduzione del 25% dei salari del pubblico impiego, in vigore dal 1° luglio sino alla fine del mese di dicembre 2010. In un’ottica a più lungo termine, dal gennaio 2011 il governo rumeno intende sostituire questi tagli temporanei introducendo il preannunciato sistema retributivo unificato della funzione pubblica, che porterà alla soppressione di una serie di gratifiche e della tredicesima mensilità. (1.300.000 dipendenti pubblici)
Spagna – Dopo che era stato firmato un accordo governo sindacati per il rinnovo del contratto del settore pubblico 2010-2012, nel maggio del 2010 il governo spagnolo ha annunciato l’intenzione di comprimere i salari del settore pubblico applicando una riduzione media del 5%. I tagli sono entrati in vigore il 1° giugno 2010 ed il blocco dei salari manterrà invariato il livello così raggiunto per tutto il 2011. Per quanto riguarda i dipendenti pubblici a statuto speciale, alcuni elementi salariali saranno ridotti di oltre il 5% per gli stipendi più alti e di meno del 5% per i salari più bassi. La riduzione del 5% si applica invece indistintamente a tutti i dipendenti con contratto ordinario, ossia il 40% circa dell’intero organico. (2.699.000 dipendenti pubblici)
Ungheria – L’intervento del FIM è stato quasi immediato e nel novembre del 2008 il governo ungherese ha proposto il congelamento dei salari e la soppressione della tredicesima mensilità nel pubblico impiego. Di fronte all’opposizione dei sindacati, nel gennaio del 2009 è stato deciso di reintrodurre un importo equivalente per i dipendenti a retribuzione più bassa (70% del totale), mentre i lavoratori con stipendi più consistenti hanno ottenuto una somma inferiore. Nell’aprile del 2009, con un nuovo pacchetto di misure di austerità, la tredicesima mensilità è stata definitivamente abolita e sostituita, per la maggior parte dei dipendenti pubblici, da un importo forfetario. Nel mese di ottobre, il governo ha annunciato la decisione di prorogare anche nel 2011 il blocco dei salari imposto nel 2010. (790.000 dipendenti pubblici)